Warning: Attempt to read property "post_excerpt" on null in /home/clients/d43697fba9b448981cd8cd1cb3390402/web/content/themes/newsup/inc/ansar/hooks/hook-index-main.php on line 116

Per cercare di porre rimedio all’inarrestabile apprezzamento del franco, la mattina del 3 agosto scorso la Banca nazionale svizzera aveva abbassato quasi a zero il tasso direttore. Dopo poche ore, giornali, economisti ed esperti finanziari già parlavano del pericolo di una bolla immobiliare derivante da questa manovra.

Un allarme bolla immobiliare di cui parla con preoccupazione anche la stessa Banca nazionale, la quale teme che l’aver abbassato i tassi possa scatenare la corsa folle all’acquisto di terreni e abitazioni.
Il tema viene dibattuto come se sarà un fenomeno certo e di ampie dimensioni, come se ora la maggior parte di chi non possiede una casa vorrà acquistarla. Se ne parla come se si trattasse del principale problema del futuro immediato della Svizzera.

Cercando di capire meglio la questione, da dove giungerebbe la massiccia richiesta di oggetti immobiliari ?
Di questi tempi sicuramente non dal ceto medio, confrontato con un maggior rischio di disoccupazione e con l’erosione del reddito. Men che meno da chi appartiene a fasce salariali più basse.
E’ altrettanto improbabile che si getti in questa avventura chi in queste ultime settimane ha investito in Borsa i propri risparmi e li ha visti sparire come neve al sole.
Forse la classe dei ricchi, dei super ricchi e degli yuppies beneficiari dei bonus? Non è certo, perchè verosimilmente queste persone la casa l’hanno già comperata, sia l’abitazione primaria come pure la casa di vacanza.

Gli acquirenti potrebbero essere i benestanti stranieri, attratti dalla Svizzera come da un paese rifugio dove, oltre a mettere a sicuro il proprio malloppo, conviene anche investire nell’immobiliare.
Questo del resto sta già accadendo. Immobili di super lusso acquistati a prezzi da capogiro: il mercato fiorisce e le banche fanno a gara a finanziare operazioni di questo genere, coscienti dei rischi che comportano, ma nella speranza di ottenere nuovi fondi da gestire (una merce che di questi tempi si fa rara).
Il passato insegna che per fronteggiare questa casistica basterà un decreto urgente da parte del Governo che freni (o blocchi a dipendenza della gravità) l’accesso all’immobiliare da parte di stranieri.
Da un punto di vista politico questo dovrebbe essere un problema gestibile.

In conclusione, appare dunque incomprensibile tutto l’allarmismo attorno al rischio di una bolla immobiliare sventolato giornalmente dai media ad un punto tale da sembrare più che altro disinformazione, nel senso che il vero problema sembrerebbe non essere il mattone.

B. Ravelli