Giovanni Merlini, già presidente del PLRT e candidato liberale-radicale al Consiglio Nazionale firma oggi un intervento sul Corriere del Ticino. Ne riprendiamo qui di seguito alcuni passaggi.
“La raccapricciante strage di giovani laburisti in un campo estivo di un Paese come la Norvegia – per molti aspetti un modello di benessere, sicurezza, tolleranza e apertura – ripropone in tutta la sua drammatica attualità la questione del fanatismo politico e religioso e quella del delicato equilibrio tra libertà e sicurezza.
Le prime analisi degli esperti svizzeri ed internazionali sulla dinamica e soprattutto sulle ragioni di questa carneficina lasciano intendere che nessun Paese occidentale, neppure la Svizzera, può dirsi al riparo dal rischio di rimanere vittima di un atto criminale di questa portata.
La politica ha quindi il dovere e la responsabilità di non attendere che capiti il peggio prima di agire.
Anche da noi occorre esaminare in modo più critico e approfondito il dispositivo della sicurezza collettiva e le risorse a disposizione dei servizi d’informazione dello Stato, colmando le lacune nel sistema di prevenzione e repressione.
Si rende urgente anche da noi non solo un ragionato potenziamento degli strumenti da mettere a disposizione della protezione dello Stato, bensì pure una riflessione razionale sulle cause sociopolitiche di questa immane violenza.
Occorre in particolare fare tutto quanto necessario affinché menti squilibrate non possano trovare con facilità il nutrimento che le induce ad ideare, giustificare e portare a compimento atti criminali di simile portata. È un obbiettivo che le istituzioni e le forze politiche devono porsi, condividendolo con le cittadine e i cittadini di buona volontà.
La difesa della libertà ci interpella tutti: partiti, movimenti, organizzazioni e singoli individui. Non si può cedere su questo fronte o giocare nell’ambiguità come fanno purtroppo da anni partiti di governo a livello federale e cantonale, flirtando con messaggi che incitano alla xenofobia, all’intolleranza, all’odio verso il diverso, sia esso straniero o talvolta anche semplicemente confederato. Altrimenti si finisce per fornire l’humus a nuovi Breivik.”
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