Già qualche anno fa, dopo le calate di braghe federali con gli USA, intuimmo che la piazza finanziaria svizzera avrebbe perso pezzi qua e là, arrivando a un suo ridimensionamento.
La politica del Consiglio Federale nel salvare l’industria svizzera sacrificando agli occhi dell’OCSE il settore terziario (banche, fiduciarie, gestori patrimoniali) minando mortalmente il segreto bancario, a tal punto che oggi basterebbe un semplice codice IBAN per trovare un qualsiasi cliente nelle nostre banche, sta portando alla deriva tutta la finanza elvetica.
Basti leggere i trattati di doppia imposizione quasi pronti con Germania e Gran Bretagna per capire che nei prossimi mesi e qualche anno, vi saranno spostamenti di capitali verso mete estremo-orientali.
E’ risaputo che molti istituti bancari di Singapore stanno rafforzando i loro team nella gestione patrimoniale. Alcuni ticinesi sono già partiti e questo è un segnale chiaro. O emigri a Oriente o non troverai più un lavoro in Svizzera.
Notizia di qualche giorno fa che le due grosse banche “svizzere” nei prossimi mesi provvederanno a tagli di personale a livello globale. Vuoi per questioni di risparmio, vuoi perché è in corso una crisi mondiale prolungata, ma alla fine i licenziamenti saranno dietro l’angolo. Posti di lavoro che non verranno mai più creati qua da noi.
Probabilmente subiremo tagli anche in Svizzera e in Ticino, per poi venire a sapere tra qualche anno che i due istituti si saranno sviluppati nei Paesi asiatici.
Il nostro Governo federale, come scritto all’inizio, ha sacrificato la finanza senza realmente “dare battaglia” e questo è stato a dir poco scandaloso. Ma più scandaloso è stato il “silenzio e l’assenza” delle banche stesse e delle associazioni di categoria che hanno lasciato agire il CF.
Esempio, la faccenda degli scudi italiani, dove abbiamo reagito in ritardo e senza una vera strategia. Solo all’ultimo scudo ter ci siamo svegliati per contrastare le notizie poco trasparenti che giungevano dai mass media italiani (pilotati dal Ministero dell’economia) che sostenevano che i rimpatri dei capitali dovessero essere fisici verso il Belpaese, mentre poi, secondo gli accordi internazionali sulla libera circolazione dei capitali, i soldi avrebbero potuto restare regolarizzati in Svizzera e rimpatriati solo sulla carta come scudi giuridici.
Ancora una volta fummo impreparati e la politica federale e cantonale dimostrarono la loro debolezza, sottovalutando le conseguenze che oggi in parte possiamo vedere tutti noi. Tagli del personale ovunque e chiusure di banche medio piccole.
Al prossimo scudo che faremo ?
Non penserete che il Ministro Tremonti molli la presa, magari impaurito da noi per il “ 50% del congelamento dei ristorni dei frontalieri” verso le sue casse vuote di Roma.
Secondo alcuni fiduciari, che conosco di persona della vicina Penisola, si sta mormorando sul quando e come avverrà il prossimo scudo fiscale.
I termini sembravano inizialmente entro fine 2011 ma probabilmente slitteranno al 2012 oppure dopo le elezioni del 2013.
I motivi sono molteplici. Anzitutto l’Italia si trova ad un passo del “default tecnico” e quindi necessita sempre più di soldi nelle casse, poi, il prossimo scudo potrebbe essere “venduto” ai cittadini, come contro proposta ai trattati che la Svizzera ha con Germania e Gran Bretagna dove la tassa per il mantenimento dell’anonimato (Tobin tax) sarà ca. del 25% sul capitale, (cosa peraltro assurda e che con molta probabilità tedeschi e inglesi trasferiranno i loro averi a Singapore pur di non lasciare un quarto del patrimonio all’erario) mentre in Italia potrebbe avere un’aliquota tra il 5% e il 10%.
In questo momento la maggioranza di Governo italiana è allo sbando e non ha una visione strategica e globale.
Sono presi dai soliti problemi che li attanagliano, (scandali, arresti diatribe interne ecc.) dove rischiano da un giorno all’altro di sciogliere il Governo e con questo, cadrebbe anche il Ministro Tremonti.
Di quest’ultimo, proprio in questi giorni, sono usciti i retroscena dei suoi “ versamenti in nero” per le pigioni del suo affitto a Roma e che ora rischiano di metterlo ancor più in imbarazzo e in un angolo verso i suoi alleati e verso la popolazione italiana.
Quindi il prossimo scudo dipenderà molto anche dalla poltrona traballante di Tremonti.
Se ben ricordo è stato lui a puntare il dito contro la Svizzera e il Ticino dicendo che eravamo tutti dei “ladroni con tanto di caverna di Ali Babà” (le banche) e che a Lugano ci sarebbero più società di Cayman Islands che popolazione indigena.
Il detto “Si predica bene e poi si razzola male” in questo caso potrebbe calzare bene a questo signore?
Tiziano Galeazzi
UDC Malcantone
Municipale Monteggio