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Stati Uniti. Mancano sette giorni al default

E’ incerta la performance odierna per i mercati, che continuano a essere messi sotto pressione dal mancato raggiungimento di un accordo sul debito pubblico statunitense. A farne le spese è in particolare il dollaro USA che oggi era nuovamente ad un livello minimo nei confronti del franco svizzero, a 0.8005 centesimi.

Le notizie che giungono dagli Stati Uniti sono sempre le stesse: nessun accordo fra i deputati del Congresso per l’innalzamento del tetto del debito, con democratici e repubblicani incapaci di fare un passo verso un compromesso.
Ieri il presidente Barack Obama aveva chiesto all’opinione pubblica di intervenire per cercare di smuovere la situazione e infatti nelle ore successive blog e social network avevano registrato un incredibile afflusso di commenti, ma questo non è servito a cambiare la situazione.

Per scongiurare il pericolo di un default di pagamento del paese (che accadrà se il 2 agosto il massimo legale del debito non verrà aumentato) si è mossa anche la nuova direttrice del Fondo monetario, Christine Lagarde, la quale ha chiesto alla Casa Bianca e al Congresso di agire di concerto per salvare, oltre agli Stati Uniti, anche l’economia mondiale.
Il default di pagamento interesserà determinate obbligazioni: i pagamenti alle forze armate (con chissà quali scenari per i campi di guerra in Afghanistan e Pakistan), i pagamenti delle casse pensione federali (parte di questi pagamenti sono bloccati dalla metà di maggio, quando il massimo del debito – 14’294 miliardi di dollari – era stato raggiunto), il pagamento dei salari statali, tanto per citarne alcune.
Uno scenario incredibile e molto difficile da immaginare. Per questo c’è la speranza che negli ultimi sette giorni che hanno a disposizione democratici e repubblicani metteranno da parte le rispettive pretese e si impegneranno a raggiungere l’accordo sul debito.

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Redazione

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