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C’è qualcosa che qualcuno non ha ancora ben capito in questo Cantone di opachi personaggi (non tutti) che dovrebbero – quando mai – rappresentarci degnamente nelle varie istituzioni e ai vari livelli delle stesse.
Ecco perché non mi stupisce più di quel tanto la mattanza di Daro dove una persona, per lo più invalida, è stata fatta letteralmente a pezzi da un 17enne serbo che, con ogni probabilità, viveva sulle spalle del poveretto.
Questi fatti, anche se nel mondo minorile, sono il fallimento evidente di quel garantismo ad oltranza che alla fine genera illegalità e supponenza in quei giovani che, invece, dovrebbero essere trattati conseguentemente a come si comportano.
Ma questo ovviamente non si può fare, perché altrimenti cosa farebbero certi psicologi, certi assistenti sociali, certe commissioni inutili create ad arte per far guadagnare la giornata a qualcuna/o che altrimenti non troverebbe un posto di lavoro neppure a pagarlo.

Ma le vogliamo dire queste cose? Ma vogliamo dire che in Germania, tanto per fare un esempio, le pene (come durata) in questi casi sono almeno il doppio di quelle che ci sono in Svizzera? E perché le pene in
Germania in questi casi sono il doppio che da noi? Perché noi siamo i primi della classe o perché siamo completamente fuori da una realtà dove chi prende certe decisioni dovrebbe essere mandato a casa subito, in quanto “complice” indiretto di quanto sta succedendo.
Si è detto e scritto che il ragazzo in questione fosse un “ragazzo problematico”, come se questa fosse quasi una scusante. Bravi! Ma in Ticino tutti i ragazzi “problematici” devono per forza di cose fare a pezzi il patrigno perché, magari, quando ci voleva era capace anche di dire no? Smettiamola.

Cosa faceva questo giovane assassino in Svizzera durante il giorno: studiava? Lavorava? “Bighellonava”? Perché dalla Serbia è ritornato in Svizzera? Cos’ ha combinato laggiù? Sarebbe bello sapere non credete?
E se avesse combinato in Serbia quello che mostruosamente ha fatto qui da noi, come sarebbe andata a finire?
Psicologi? Assistenti sociali? Tutori? Commissioni create ad hoc per produrre carta? Non penso proprio! Sarò anche cinico, ma a quando il prossimo? Non è per caso che forse ci siamo già dimenticati dell’omicidio Tamagni, del gravissimo accoltellamento al Vanilla, del brutale pestaggio avvenuto nella piazzetta confinante il Municipio di Bellinzona, solo pochi mesi fa, e potrei continuare.

Smettiamola di voler cercare sempre dei “perché” o delle “giustificazioni” laddove non vanno cercate.
C’è solo una formula che da sempre e in ogni società che si rispetti dovrebbe valere per tutti: doveri e diritti e chi sbaglia paga; e questo vale anche per la delinquenza giovanile, specie se “d’importazione” che, da quanto possiamo costatare tutti i giorni, è in continuo e preoccupante aumento.
Altro che le statistiche “con il trucco” che puntualmente e all’occorrenza ci fanno vedere per tentare di tenere buona la gente. Magistratura dei minorenni, sveglia!

Donatello Poggi, “cane sciolto”