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Lunedì il Consiglio di Stato ha replicato cifre alla mano all’interrogazione del deputato leghista Michele Guerra riguardo al numero degli insegnanti frontalieri in Ticino.
Spesso accusato in passato di lasciar passare troppo tempo prima di rispondere alle interrogazioni parlamentari, questa volta il Consiglio di Stato si è distinto per la velocità della sua replica
.

Sulla base di cifre prese dall’Ufficio federale di statistica, nel suo atto parlamentare Guerra argomentava : “Le recentissime statistiche dell’Ufficio Federale di Statistica rivelano che in Ticino il personale frontaliero impiegato nell’insegnamento è salito da 105 unità nel primo trimestre del 1998 a 836 unità nel primo trimestre del 2011. Ciò corrisponde ad un aumento del 696% in soli 13 anni.
Nell’ultimo anno (2010-2011) tale crescita in Ticino è stata di 153 unità (da 683 a 836), un eloquentissimo + 22,40%. Dato che indica un trend in continua espansione.”

Il Consiglio di Stato ha risposto che il numero dei docenti frontalieri che insegnano nelle scuole pubbliche in Ticino è andato diminuendo: nell’anno scolastico 2008-09 se ne contavano 72 (pari a 47 posti di lavoro), mentre nell’anno scolastico 2010-11 ve ne erano 54, (pari a 33 posti di lavoro).
Nell’ultimo anno scolastico gli insegnanti frontalieri erano l’1.3% del corpo insegnanti del cantone. La discordanza delle cifre sarebbe dovuta alla somma di diverse categorie nel calcolo del personale insegnante.

Il Dipartimento della scuola, diretto dal neo Consigliere di Stato socialista Michele Bertoli, ha voluto precisare che “Nel concetto di istruzione dell’Ufficio federale di statistica sono compresi: docenti di scuola pubblica (scuole dell’infanzia, elementari, medie, scuole speciali, medie superiori e professionali); docenti di scuole private; docenti di istituti universitari (Usi e Supsi); e infine pure tutti gli attivi in altri settori della formazione (corsi sportivi, di lingua, informatica e ricreativi, formazione culturale, scuole guida, perfezionamento professionale degli adulti, servizi di supporto all’istruzione, …).”
L’aumento non riguarda quindi le scuole cantonali pubbliche ma piuttosto gli altri ambiti citati.