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WikiLeaks. Tanto rumore per nulla

Julian Assange si sarebbe messo nei guai con la giustizia per nulla. La pubblicazione delle migliaia di file segreti di WikiLeaks non ha infatti portato nessuno dei risultati che si aspettava.

Il governo degli Stati Uniti, il principale organo istituzionale ad essere preso mira dalle rivelazioni del sito di Assange, non ha sofferto per questi attacchi e se Barack Obama perderà le elezioni del 2012 non sarà certo per colpa sua.
L’inutile guerra in Afghanistan prosegue alla grande, continua a fare morti e feriti e a fagocitare ogni mese miliardi di dollari.
La promessa di eclatanti rivelazioni sulla corruzione in una grande banca americana è caduta nel vuoto e questa grande banca (si presume si tratti della Bank of America) prosegue nelle sue solite attività, lecite o illecite che siano.
Dopo la pubblicazione su WikiLeaks dei file segreti del governo americano, Assange si è trovato in una situazione di notevole disagio. Le banche avevano bloccato il versamento delle donazioni, causandogli non pochi problemi finanziari, i patrioti americani lo avevano accusato di tradimento e lo volevano morto, le organizzazioni umanitarie lo avevano coperto d’insulti perchè aveva diffuso i nomi degli informatori afghani del governo americano.
La Casa Bianca lo aveva accusato di aver messo a repentaglio la sicurezza del paese e gli aveva assicurato che avrebbe fatto il possibile per condurlo di fronte ad un tribunale americano. Il soldato Bradley Manning che è accusato di aver trasmesso ad Assange le informazioni sulle guerre in Iraq e in Afghanistan si trova da mesi rinchiuso in un carcere militare.

L’occasione di prendere Assange in trappola era arrivata quando si era recato in Svezia. Lì era stato avvicinato da due donne che dopo essere uscite con lui lo avevano accusato di averle molestate sessualmente.
Risultato: l’incauto ed ingenuo Assange era stato imprigionato in Gran Bretagna e poi liberato dietro cauzione e da mesi si batte per evitare l’estradizione verso la Svezia e il processo per violenza sessuale. Da lì la sua estradizione verso gli Stati Uniti incontrerebbe ben pochi ostacoli (mentre se rimane in Gran Bretagna non può essere estradato).

L’inutilità (se così si può dire) delle rivelazioni di Wikileaks non scompone più di tanto il 39enne australiano, il quale ha anzi dichiarato che ufficialmente le rivelazioni messe online dal suo sito non hanno portato pregiudizio a nessuno e questo farebbe cadere le accuse del governo americano di “attentato alla sicurezza della nazione”. Dunque per questo non è condannabile.
“Riconosco che le rivelazioni di WikiLeaks possono aver causato la perdita di vite umane – ha detto Assange – ma ogni cambiamento radicale implica rischi e morti.”
Molto modestamente ha però rifiutato di prendersi il merito delle rivolte che hanno attraversato diversi paesi musulmani, ritenendo che non sia stato WikiLeaks l’elemento scatenante o un fattore della voglia di democrazia.
“Il merito va piuttosto al potere globale di Internet e ai canali televisivi satellitari, come al Jazeera – ha dichiarato.

Redazione

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