Gli Stati Uniti hanno imposto settimana scorsa sanzioni contro sette società accusate di rapporti commerciali con l’Iran, in piena violazione dell’embargo internazionale contro Teheran a causa del suo programma nucleare.
Fra queste società c’è anche l’sraeliana Ofer Brothers Shipping Company, dei potenti fratelli Sammi e Yuli Ofer, che avrebbe venduto all’Iran una nave cisterna. Le autorità di Tel Aviv hanno avviato le indagini, mentre un rappresentante iraniano smentisce qualsiasi acquisto dalla società.
La vendita risalirebbe al settembre 2010 e avrebbe fruttato al gruppo Ofer Brothers un ricavo di 8 milioni di dollari. Destinataria della nave cisterna: la compagnia marittima iraniana.
Il presidente della Camera di commercio iraniana ha smentito la transazione, ricordando che il governo di Teheran proibisce qualsiasi tipo di commercio con il regime sionista o con una società legata a Israele.
Israele dove l’imbarazzo è palpabile. Il ministero degli Affari esteri ha chiesto a tutte le aziende di essere estremamente vigili nei loro rapporti commerciali con l’estero. La faccenda della Ofer Brothers arriva qualche giorno dopo un tentativo di vendita illegale di elicotteri israeliani all’Iran. Otto persone erano state arrestate.
A smentire la Ofer Brothers e le autorità iraniane interviene un rapporto di Equasis, uno dei maggiori database di informazioni marittime, secondo cui negli anni passati erano almeno 13 le navi del gruppo israeliano vendute all’Iran e e presenti nei porti iraniani di Bandar Abbas e Kharg Island.
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