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L’emorragia partitica tocca il PPD. Michele Moor rassegna le dimissioni

Il banchiere Michele Moor, già membro dell’Ufficio presidenziale del partito, ha rassegnato le dimissioni dal PPD con effetto immediato.
La sua decisione era stata comunicata al presidente Giovanni Jelmini già lo scorso 6 maggio.

Come scrive stamani il sito del Corriere del Ticino, a motivo della sua partenza Moor avanza una linea diversa da quella del partito: “Continuerò a fare politica solo se avrò proposte interessanti, compatibilmente con le esigenze familiari e professionali.”
Come era già accaduto per Sergio Morisoli, anche per Moor si ventila un passaggio all’UDC. Al riguardo il banchiere ha commentato che le idee che ha cercato di far avanzare sono sempre state simili a quelle dell’UDC.
UDC che a suo dire è l’unico partito che a livello nazionale difende ancora i valori in cui lui crede.

Riportiamo dal sito di Moor alcuni stralci della sua comunicazione odierna in merito alle dimissioni:

Ho rassegnato le dimissioni dal PPD con effetto immediato (…) Non lascio per passare ad un’altra formazione politica, ma mi riservo in futuro di valutare altre opzioni, se interessanti, compatibilmente con le esigenze familiari e professionali.

Nell’estate del 2007 decisi di mettermi a disposizione del Paese, diventando membro di un partito e candidandomi per il Consiglio Nazionale. Uno dei motivi che mi spinse a prendere quella decisione fu la non rielezione di Marina Masoni in Consiglio di Stato nella primavera 2007. Non tanto per la persona, per la quale personalmente nutro ancora oggi un’immutata stima, ma per il modo in cui si era giunti alla sua non rielezione.
Fino a quel momento non avevo mai fatto politica. Scelsi il Partito Popolare Democratico per diversi motivi, ma per due in particolare: primo, perché l’unica persona attiva politicamente per diversi anni nella mia famiglia è mio padre ed egli è membro del PPD; secondo, perché ritengo che un’ispirazione filosofica cristiano-cattolica sia indispensabile ad un politico per orientarsi sulle giuste scelte, anche se sostengo, soprattutto in ambito economico, una politica liberale.

Pochi giorni dopo le elezioni federali del 2007 il Parlamento decise di non rieleggere Christoph Blocher in Consiglio Federale. Espressi il mio profondo disappunto per il fatto che il Partito si fosse prestato, o addirittura fosse stato l’artefice, di questa non rielezione (…) Sono sicuro che il PPD abbia pagato, e pagherà probabilmente ancora in autunno, un caro prezzo per quella sciagurata decisione.
Da parte mia mi ritrovai, dopo pochi mesi, in un partito che si era prestato ad un complotto contro una persona (Blocher) a livello nazionale, simile a quello ordito contro un’altra persona (Masoni) a livello cantonale; un complotto analogo a quello che mi aveva convinto a dedicare parte del mio tempo e delle mie energie al servizio del Paese.

Come ticinese mi vergognai inoltre per il brutto spettacolo che l’allora quasi Presidente del Consiglio Nazionale Chiara Simoneschi Cortesi diede davanti alle telecamere esultando – in maniera a mio modo di vedere ignobile, considerata la carica che si apprestava ad assumere – per la sconfitta del nemico politico.
Se avessi agito seguendo solo l’istinto e non la ragione, avrei lasciato il Partito immediatamente dopo aver assistito agli eventi di quei giorni a Berna.
Le difficoltà incontrate dal settore bancario, nel quale sono attivo, mi hanno poi costretto, mio malgrado, a distaccarmi quasi totalmente dalla vita politica attiva.
Il mio malessere nei confronti del Partito aumentava con il passare del tempo, in particolare durante i momenti che precedevano votazioni importanti, perché riuscivo sempre meno a identificarmi nelle prese di posizione ufficiali del PPD.
Di questo malessere non mi sono più liberato e se fino ad oggi sono rimasto nel Partito, è solo per non addolorare i miei genitori, in particolare mio padre, al quale devo molto e che, con mia madre, mi è stato e mi è esempio in tante occasioni.
Sono tuttavia convinto che molto sia cambiato da quando, negli anni Sessanta, mio padre entrò nel PPD ed iniziò a fare politica. Proprio i due partiti storici, il PLR e il PPD, che tanto hanno dato al Cantone e alla Confederazione in passato, faticano oggi a capire quali siano le esigenze della popolazione. Sicuramente proprio per questo motivo ottengono risultati elettorali sempre peggiori.

Redazione

View Comments

  • Analisi politica corretta quella di Moor e decisione scontata.
    Bene, qualcosa si muove finalmente.
    Veda ora il buon Rusconi di rifare i passi giusti al fine di avvicinare all'UDC anche Marina Masoni e Iris Canonica, due signore competenti che non possono essere ignorate ancora a lungo.

  • Jack, se i suoi argomenti per un'eventuale candidatura agli Stati sono:

    1. la non rielezione di Marina Masoni (modi e toni)
    2. la non rielezione di Christoph Blocher (metodo)
    3. la gioia espressa da Chiara Simoneschi-Cortesi il 12.12.2007

    HA BUONE POSSIBILITÀ.

  • Magnifico testo! Michele Moor impugna la mazza da baseball
    - meglio sarebbe dire: il MORGENSTERN -

    ... e giù botte, e giù botte, e giù botte.

    Parole sante, Michele, parole sante!

  • Beh, "infrequentabili". Non esageriamo.
    Io ne conosco alcuni. Sono persone per bene.

    Ma concordo con te. Per l'UDC Ticino è un passaggio CRUCIALE.
    Gliel'ho detto al Pierre (che però l'aveva già capito da solo...)

    • Frequentabilissimi. Ho personalmente partecipato
      --- alla serata Blocher del Conza,
      --- alla serata Freysinger dell'Eden,

      entrambe interessanti e piacevolissime.

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