Norman Gobbi ministro pasticcione o ministro scorretto? Jean François Dominé si pone la domanda in un intervento apparso sull’edizione odierna del Corriere del Ticino incentrato sul voto, il 5 giugno prossimo, per l’aggregazione di Biasca, Iragna e Pollegio.
“Lo scorso giovedì – scrive Dominé – Norman Gobbi in un’intervista sulle aggregazioni nel Sopraceneri rilasciata a la Regione ha dichiarato che avrebbe preferito l’unione di tutta la Bassa Leventina. Significa evidentemente che lui non vede bene il Comune leventinese di Pollegio con Biasca e Iragna. Ha poi ripreso il trito e ritrito ritornello dell’assenza di leadership dei poli sopracenerini di Bellinzona e Locarno. Con una (casuale?) novità: anche Biasca mancherebbe parzialmente di leadership! (…) Queste dichiarazioni sono un passo falso di un ministro pasticcione o uno scandaloso sgambetto di un ministro scorretto?”
Dominé spiega di propendere per il Gobbi ministro pasticcione ma che entrambe le eventualità sono preoccupanti e dannose per il progetto di aggregazione.
Il sindaco di Biasca spiega poi “che Biasca, con i suoi 6’000 abitanti contrariamente a Bellinzona e Locarno non è una città e non è il centro di un agglomerato urbano.”
Il comune ha contiguità di zone edificabili unicamente con Pollegio, mentre gli altri centri abitati si trovano a una certa distanza ed appartengono a distretti diversi. Inoltre, ad eccezione di Iragna nelle vicinanze non vi sono altri comuni per cui l’aggregazione è necessaria. Sarebbe dunque molto difficile concretizzare l’unione di tutta la Bassa Leventina.
Un’aggregazione allargata difficile da realizzare anche per motivi di finanze, in quanto Biasca non dispone di risorse fiscali pro capite superiori a quelle dei comuni vicini.
Dominé auspica infine che il governo cantonale permetta ai cittadini dei tre comuni interessati di andare al voto serenamente e senza condizionamenti per concretizzare “un’aggregazione che permetterà di gestire insieme un territorio prezioso e che migliorerà concretamente i servizi offerti ai cittadini, alle famiglie e alle imprese.”
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E' così dimostrato che l'eredità di Pedrazzini non facilita di certo il compito del neo consigliere di stato che non ha certo bisogno lezioni da JFDominé, folgorato da visioni di lesa maestà. Nulla di nuovo quindi.
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La campagna elettorale per le comunali ha nell'aggregazione un ottimo motivo per votare o per non votare un uscente.
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