Il giornalista Piergiorgio Baroni sul Corriere del Ticino dello scorso 12 maggio commenta un articolo apparso sul Tages Anzeiger dove venivano esaminati i rapporti che intercorrono tra il canton Ticino e il resto della Svizzera.
Rapporti saliti all’attenzione della cronaca a causa della poca sensibilità mostrata dal governo federale di fronte alla morte di tre ragazzi ticinesi nell’attentato di Marrakesh del 28 aprile.
E’ vero che dopo essere stata presa di mira dai media ticinesi per il suo “distacco” dalla tragedia, la presidente della Confederazione Micheline Calmy Rey aveva avuto la modestia di riconoscere il suo passo falso e di venire in Ticino a render visita alle famiglie dei tre giovani. Viene però spontaneo chiedersi come si sarebbe comportata se le vittime fossero state svizzero tedesche, o romande.
Comunque. Per tornare al commento di Baroni, questi rileva come il Tages Anzeiger riesca a spiegare a fondo le particolarità del disinteresse della Berna federale verso il Ticino, luogo di cui ci si ricorda solo se si parla di vacanze.
Per farla breve, il Ticino in pratica si deve arrangiare. Si è dovuto arrangiare nell’ambito del conflitto fiscale con il ministro italiano Giulio Tremonti, per le pressioni sulla piazza finanziaria di Lugano, per i problemi delle aziende ticinesi operanti in Italia. Il Ticino, pare, si dovrà anche arrangiare quando nel 2020 i lavori di risanamento della galleria autostradale del San Gottardo, lo isoleranno dal mondo per quasi due anni e mezzo.
I danni arrecati da un isolamento possono senz’altro essere contenuti se il territorio isolato è unito e la sua popolazione è solidale. Allora ci si rimbocca tutti le maniche e ci si aiuta per tirare avanti, cercare soluzioni e andare oltre le difficoltà.
Il fatto invece è che il Ticino, snobbato dal resto della Svizzera, snobbato dal governo federale e fra pochi anni privato del suo sbocco verso il nord delle Alpi, non è un cantone unito e solidale. Tutt’altro.
Il Ticino è diviso in due dal Monte Ceneri e della divisione tra Sopraceneri e Sottoceneri nessuno parla volentieri. Eppure esiste e sono sufficienti due piccoli esempi per illustrarla a dovere: Aeroporti e turismo.
L’industrioso e finanziario Sottoceneri guarda con sufficienza ai “montanari” del Sopraceneri e medita come fare a togliere di mezzo lo scalo aereo di Magadino. E’ sufficiente quello di Agno.
I voli a vela, gli alianti, i lanci con il paracadute che oggi sono a Magadino? Si porta tutto a Lugano, il posto non manca.
Per il turismo la situazione è talmente deleteria che fa ridere. Quando va bene è merito dei tanti turisti che affollano il Luganese e il Mendrisiotto e quando va male è perchè i turisti diminuiscono solo nel Locarnese. Basta leggere i giornali per rendersene conto.
Un trend questo a cui ha aderito pure la RSI, che quando il tempo è brutto mostra le immagini di Ascona e Bellinzona, mentre quando splende il sole ecco che si vede Lugano e l’Alto Malcantone.
Dunque va bene lamentarsi che il governo federale non ci sostiene, ma se non c’è unità nemmeno fra di noi ticinesi che ci lamentiamo a fare?
Rave