Un tribunale di Minsk ha confermato la condanna dell’ex candidato alla presidenza della Bielorussia, Andreï Sannikov, a 5 anni di carcere. Sannikov era stato arrestato con altri candidati alle presidenziali del 19 dicembre scorso per aver protestato contro la rielezione del presidente uscente Alexander Lukatchenko, che guida il paese dal 1994.
Questo verdetto è uno dei simboli dell’impotenza dell’Europa di fronte al presidente bielorusso, scrive oggi il quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung : “Non è servito a nulla ma l’Occidente ha comunque provato ad allentare il giogo sulla Bielorussia. Il fatto che l’Europa non sia riuscita nel suo intento e che il governo di Minsk resti insensibile alle sanzioni imposte da Bruxelles ha a che fare più con Mosca che con l’Occidente.
Russia e Bielorussia hanno avuto per molto tempo un rapporto gelido, sino a quando alla vigilia delle elezioni di dicembre il presidente Dmitri Medvedev si è allineato con Minsk. Ovviamente Medvedev ha agito per interesse, considerando che Lukatchenko è comunque più vicino a Mosca che non lo sia Bruxelles.
All’Unione europea non resta da constatare che l’Occidente non ha alcuna influenza sul regime bielorusso e che la Russia non ha alcuna intenzione di esercitare una qualsiasi influenza. Una prospettiva che rassicura solamente il governo di Minsk.”
A gennaio l’Unione europea aveva imposto severe sanzioni al governo di Minsk a seguito della repressione e degli arresti arbitrari post elettorali. Sanzioni che vietavano l’entrata in Europa e il congelamento dei beni degli esponenti del governo e dell’apparato di sicurezza della Bielorussia. Sanzioni che resteranno in vigore sino a quando Lukatchenko libererà i membri dell’opposizione che avevano protestato contro la sua rielezione.