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Sisma in Spagna. Timore per la centrale nucleare fra Lorca e Valencia

Gli ecologisti spagnoli chiedono a gran voce la chiusura della centrale nucleare di Cofrentes (nella foto), situata a 180 chilometri da Lorca, la città nel sud ovest della Spagna colpita da un forte terremoto l’11 maggio. Il governo ha assicurato che il sito nucleare verrà ispezionato quanto prima nell’ambito di test imposti dall’Unione europea.

Il terremoto che ha colpito Lorca esattamente due mesi dopo il terribile sisma e lo tsunami che hanno devastato il nord est del Giappone ha rilanciato in Spagna il dibattito sul nucleare.
Il paese conta 8 reattori atomici. Quello più vicino a Lorca è situato a Cofrentes, distante 180 chilometri. Il Consiglio spagnolo della sicurezza nucleare ha assicurato che non è stato danneggiato e continua a funzionare normalmente.

Juan Ponce, candidato dei Verdi presso il Parlamento della Catalunya ha chiesto giovedì la chiusura della centrale di Cofrentes, sottolineando che l’importante agglomerato urbano di Valencia, con il suo milione e mezzo di abitanti, si trova a meno di 100 chilometri.
Il sisma più forte che ha colpito la Spagna ha raggiunto i 7.5 gradi sulla scala Richter, nel 1969 a Huelva, in Andalusia. “Anche se non saremo mai toccati da terremoti simili a quello del Giappone – ha detto Ponce – anche un terremoto d’intensità minore può provocare una serie di danni maggiori.”

Il reattore di Cofrentes è entrato in funzione nel 1984 e poco prima dello scorso 11 marzo era stato ufficialmente autorizzato ad operare per un ulteriore decennio.
Miguel Sebastian, ministro spagnolo dell’Industria, ha assicurato che questa centrale sarà la prima a essere controllata nel quadro dei test europei decisi dopo la catastrofe alla centrale giapponese di Fukushima. Si tratterà di valutarne la resistenza a scosse sismiche e a inondazioni maggiori.
L’energia nucleare fornisce alla Spagna il 18% dell’elettricità.

Il Commissario europeo per l’energia, il tedesco Gunther Oettinger, desidera che le centrali europee vengano anche valutate sul rischio di attacco terrorista e in caso di schianto di un aereo. Una proposta, questa, che ha visto la netta opposizione della Francia, le cui centrali nucleari sono per la maggior parte vetuste e in cattive condizioni.

(Fonte: La Vanguardia/Le Nouvel Observateur)

Redazione

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