Il cantiere NCCL è da diversi mesi sotto stretta osservazione da parte dei sindacati, degli ispettori della Commissione Paritetica e dell’ Associazione Interprofessionale di Controllo. Ha pure subìto verifiche da parte della Polizia. Segnalazioni e dubbi sull’operato di alcune imprese sono del resto stati resi noti con puntualità al committente dell’opera, il Municipio di Lugano.
Il comunicato odierno del Ministero pubblico, nel quale viene comunicata l’apertura di un’inchiesta penale nei confronti di due cittadini stranieri responsabili di un’impresa (uno di essi, in stato di detenzione preventiva) purtroppo non stupisce. La ditta in questione, impiegata con la modalità del subappalto dal consorzio COMSA, era seguita con particolare attenzione dai sindacati. L’OCST è in particolare riuscita ad ottenere una tutt’altro che scontata dichiarazione scritta di un dipendente sul versamento di salari in euro nettamente inferiori ai minimi contrattuali.
Al di là dell’inchiesta condotta dal Ministero pubblico, alcune domande sorgono spontanee. Cosa ci si doveva attendere da un appalto milionario deliberato ad un consorzio con mentalità e metodo di fare impresa diverso rispetto a quello applicato alle nostre latitudini (112 mio di franchi!)? Nella gara d’appalto, le differenze di offerta cosa potevano mai nascondere (17 mio tra la prima e la seconda, 20 mio tra la prima e la terza e 72 mio tra la prima e la quarta) se non potenziali abusi? Come hanno potuto agire, quasi indisturbati, dei faccendieri che si sono “distinti” solo nel caporalato e nella più squallida delle degenerazioni?
L’OCST – che ha avuto un ruolo attivo nella segnalazione e nella denuncia delle nefandezze effettuate da queste ditte in subappalto (ritenuto che, in poco più di un anno, sono state occupate in subappalto qualcosa come 4 distinte ditte di casseratura) – ribadisce che questo “modo di fare impresa” deve essere combattuto ed evitato con vigore e determinazione.
I recenti fatti del cantiere ex Palace devono rappresentare un rinnovato impulso per evitare la definitiva deriva dell’intero settore edile. Un settore, complessivamente ancora sano, ma che deve reagire e correggere il tiro senza ulteriori tentennamenti.
L’OCST, nel documento che sarà presentato domani agli organi di informazione in occasione di una conferenza stampa da tempo programmata e volutamente collocata in prossimità dell’assemblea della Società Impresa costruttori, chiederà un’azione congiunta di tutti gli enti portatori di una responsabilità collettiva per delineare ulteriori strumenti di lotta contro la deriva in atto.
O C S T, Segretariato cantonale