La Corte d’appello federale dello Stato della Pennsylvania ha ordinato martedì il riesame delle accuse che portarono alla condanna a morte di Mumia Abu-Jamal, 54enne attivista delle Pantere nere, scrittore e giornalista che da 30 anni si trova nel braccio della morte del penitenziario di Filadelfia.
Soprannominato La Voce dei senza-voce per la sua critica della corruzione della polizia e dei dirigenti politici di Filadelfia, Abu-Jamal era stato arrestato nel dicembre 1981 con l’accusa di aver ucciso un poliziotto durante una sparatoria, nella quale lui stesso rimase gravemente ferito.
Nel luglio 1982 fu condannato alla pena di morte nonostante, secondo la difesa, diverse contraddizioni nelle prove a suo carico e ripetute violazioni dei suoi diritti. Nel giugno 1999 un vecchio sicario, Arnold Beverly, aveva confessato a uno degli avvocati di Mumia di aver ucciso il poliziotto per conto della mafia, ma la sua confessione non venne tenuta in considerazione.
Nel corso degli anni intorno al processo e alla condanna di Mumia si è creata una mobilitazione internazionale e l’uomo è diventato un simbolo della lotta contro la pena di morte. Gli ultimi ricorsi dei suoi legali erano stati respinti nel 2003 e la questione era stata rimandata a livello federale. Nel 2008 la pena di morte era stata definitivamente annullata.
Si attende ora l’esito del riesame deciso dalla Corte della Pennsylvania, la quale ha precisato che la colpevolezza di Abu-Jamal non verrà comunque messa in discussione.
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