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Il burqa e le censure de La Regione. Giorgio Ghiringhelli.

Ecco una storia di ordinaria censura da parte del quotidiano La Regione e in particolare del suo vicedirettore Aldo Bertagni.

Nell’edizione del 20 aprile di questo giornale vien pubblicata una lettera del losonese Alberto Jelmini nella quale si dice peste e corna dell’iniziativa popolare antiburqa.
La lettera, ricopiata sul mio computer in formato word, risulta essere lunga 25 righe, pari a 2’496 caratteri (spazi inclusi).
Da notare che nella “testatina” dell’apposita rubrica del giornale è specificato che “le lettere dei lettori non devono normalmente superare le 25 righe dattiloscritte di 60 battute per riga (1’500 battute). La redazione si riserva di accorciare i testi”.
Quindi vi è una discordanza che non riesco a spiegarmi, e che si presta a malintesi, fra il numero massimo delle battute indicate dal giornale per un testo di 25 righe dattiloscritte e quello effettivo calcolato dal computer.

Nella mia veste di promotore della contestata iniziativa invio una lettera di risposta al giornale e spero che nessuno vorrà negare questo mio diritto.
Il testo è lungo 31 righe, pari a 3’120 caratteri (spazi inclusi). Dal giornale mi telefonano per avvisarmi che la lettera verrà tagliata in quanto troppo lunga.
Al che invio un messaggio email al responsabile della rubrica (Aldo Bertagni) informandolo che per quanto riguarda i testi che recano la mia firma “vorrei poter decidere io se e dove eventualmente tagliare”, fermo restando che in caso di mio rifiuto ad accorciare il testo il giornale non è tenuto a pubblicare la mia lettera.
Nel messaggio specifico che se il problema è la lunghezza allora mi si comunichi quanto devo tagliare, ma se invece il problema è di contenuto “allora sarei più propenso a ritirare la lettera perché detesto ogni forma di censura immotivata”.

Bertagni mi risponde confermandomi che il problema è la lunghezza, ma non mi dice quanto devo tagliare : in pratica non vuole che sia io a decidere dove tagliare la mia lettera (!). Egli mi ricorda che il Consiglio svizzero della stampa li autorizza a tagliare (senza ovviamente snaturare il contenuto) e aggiunge che “così fan tutti in tutto il mondo”.
Poi, dopo avermi ricordato la lunghezza massima dei testi riportata nella “testatina” della rubrica, conclude con un perentorio “se non ti va bene mi dispiace ma dobbiamo lasciar perdere”. Prendere o lasciare, insomma.
Al che gli rispondo facendogli notare che in definitiva non mi aveva ancora detto di quanto andava accorciato il testo e precisando che, in base a una direttiva del Consiglio della stampa del 1998 “tagliare le lettere di un lettore quando questi ha espressamente chiesto che venga pubblicata integralmente è contrario all’etica giornalistica, e che in questi casi la redazione deve rispettare la richiesta dell’autore o rifiutarsi di pubblicare il testo”. E allego una versione raccorciata della mia lettera chiedendo che venga pubblicata integralmente: la nuova versione è lunga 26 righe, pari a 2’600 caratteri (spazi inclusi), cioé più o meno come quella contraria all’iniziativa pubblicata dalla Regione. Lapidaria la risposta di Bertagni, che evidentemente aspettava solo un pretesto : “OK, non te la pubblichiamo”.

C’è da trasecolare ! Un giornale pubblica una lettera contraria a un’iniziativa popolare e lo stesso giornale si rifiuta poi di pubblicare una risposta del promotore dell’iniziativa, della STESSA LUNGHEZZA e ciò solo per una ripicca del responsabile della rubrica, che avrebbe voluto essere lui a decidere dove e come tagliare.
Quindi il più che legittimo sospetto è che il problema non era la lunghezza della lettera, ma qualche suo contenuto sgradito al giornale, il cui direttore aveva già avuto modo di esprimersi in passato contro un’eventuale iniziativa antiburqa (vedi suo editoriale dell’8 maggio 2010 intitolato “Per non finire ostaggi degli incendiari”).
Se questa non è censura bella e buona allora non saprei come chiamarla.

Certo che se la rubrica delle lettere dei lettori viene gestita in questo modo non v’è da stupirsi se le lettere che si leggono su La Regione, ad esempio in tema di Islam, rappresentino in genere una sola campana, quella “buonista e politicamente corretta” gradita alla direzione del giornale. Bel modo di favorire il dibattito e di aiutare i lettori a formarsi liberamente una propria opinione.
Del resto, a proposito del burqa questo giornale si era già distinto un anno fa non pubblicando la notizia che una mia petizione contro la dissimulazione del viso in pubblico, indirizzata al Gran Consiglio, era stata sottoscritta da quasi 3’000 persone.
E ancora più recentemente questo stesso giornale aveva sottaciuto il fatto che fra i membri del comitato promotore dell’iniziativa antiburqa vi era Marina Masoni. Mi si dirà che in Svizzera c’è la libertà di stampa e che dunque ogni giornale può decidere che notizie pubblicare o non pubblicare. Ma questi non sono certo esempi di una corretta informazione.

Quindi, per chi avesse ancora dei dubbi, l’”incidente” della lettera censurata non è stato casuale: si è cercato il pretesto per non pubblicarla e lo si è trovato. Poi questo giornale, che invece di fare qualche autocritica non perde occasione per criticare il Mattino della domenica, si chiede il perché sempre più gente (sottoscritto compreso) vota per la Lega dei ticinesi…

Giorgio Ghiringhelli, promotore dell’iniziativa antiburqa

Redazione-cro

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  • Il Bertagni :evil: si dimostra come sempre, un buon cagnolino da passeggio ossequioso delle regole dettate dal suo padrone :twisted: :evil: :-P . In altre parole un perfetto 610 dell'informazione. Pieno sostegno al ghiro :) e complimenti (unitamente a tutto il comitato di sostegno delle mie signore preferite) per la riuscita dell'iniziativa anti-burqa.

  • NEWS fresca fresca:

    10'000 raggiunte, anzi saranno superate, ne stanno arrivando altre!!

  • Caro Ghiro,

    scusa se te lo dico ma il difetto (come sempre) sta nel manico.
    COSA TE NE FREGA se questo foglio sinistroide ti pubblica la lettera
    oppure no? Mandali al diavolo! La tua lettera la leggerebbero solo (e con disgusto)
    il Maestrino, Stakànov e una quantità di Socialisti.

    Complimenti per la bella raccolta, sei un mito! Ti mando la mia firma.

  • Post scriptum. Nel tuo Comitato ci sono persone che conosco bene
    e per le quali ho una particolare simpatia:

    Marina, Iris, Alberto e Lorenzo.

    • Ciao Jack, ritengo il rinnovo delle cariche in seno alla Corsi, sia un ottimo termometro per misurare la temperatura dei partiti dopo il terremoto del 10 aprile.
      Obiettivo: scalzare i socilisti ed i radicali dagli sgabelli (poltrone) per troppo tempo conservati in seno alla RSI/Corsi e soprattutto riportare la corretta informazione politica (quotidiano, telegiornali e euronews) e un giornalismo di servizio perlomeno neutrale.
      Diamoci da fare, è ora di ritornare ad essere "liberi e svizzeri".
      Auguro a te e signora Ripper una serena pasqua.

      • Sono andato a vedere: 28 maggio 2011

        Non è male come idea (impegnativa). Ma una campagna efficace
        la può fare solo il foglio domenicale! (UNO dei due)

        Contraccambio i più cordiali auguri.
        Domani pranzo pasquale in valle, sarà bello!

  • Il minareto milanese di via Padova, il giorno di venerdì santo ore 1300, ha provocatoriamenente, dalla voce del muezzin, in lingua araba richiamato i "fratelli mussulmani" alla preghiera :"Allah è grande, testimonio che non vi è altro Dio se non Allah! Testimonio che Maometto è l'inviato di Allah!".
    A non avere dubbi, questa è la sfida più feroce, lanciata al cristianesimo che testimonia la presenza dell'islam radicale, ed un tentativo prepotente di scardinare lo stato di diritto dopo la preghiera colloettiva in piazza del Duomo nel gennaio 2009.
    A scriverlo è Magdi Cristiano Allam sul Giornale online del 24.04.2011.
    "E' arrivato il momento di scegliere se riscattarci per essere pienamente noi stessi, orgogliosi delle nostre radici giudaico-cristiane, credenti nei valori non negoziabili, certi delle regole che si sostanziano di diritti e doveri, oppure proseguire nella china suicida del relativismo, del buonismo e dell'islamicamnete corretto che ci ridurrà a diventare schiavi di Allah senza più certezza del bene della vita, della dignità e della libertà", scrive ancora Magdi Cristiano Allam, che se non sbaglio sarà a Lugano (PdC) il 26 maggio p.v. per una conferenza.

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