Nella città libica di Misratah, ancora controllata dalle truppe anti-governative, nelle ultime settimane i combattimenti avrebbero fatto oltre mille morti, di cui l’80% ammazzati dai soldati del regime.
Se il numero delle vittime fosse confermato, un’eventuale risoluzione politica della crisi libica – auspicata dalla Russia – è da escludere in maniera definitiva, in quanto più che di guerra si dovrebbe iniziare a parlare di genocidio.
Appare evidente da tempo che dopo le esitazioni iniziali adesso il colonnello Gheddafi non teme più nessuno: né gli insorti né tantomeno gli aerei della coalizione guidata dalla Nato e difende la sua posizione senza esclusione di colpi.
Lo scenario assomiglia sempre più a quello della guerra nella ex-Jugoslavia negli anni ’90. Resta da vedere se e come verrà ampliato l’intervento delle forze belliche occidentali. I governi di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia restano fermi sulla loro posizione e intendono far proseguire le operazioni sino alla caduta del regime di Tripoli.
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