In democrazia vince la maggioranza e l’esito delle elezioni ha ampiamente decretato la vittoria della Lega dei Ticinesi.

Non contano coloro che hanno rinunciato ad esprimere il proprio voto, vuoi per pigrizia, vuoi per protesta, vuoi per disaffezione verso la politica nostrana. La Lega ha vinto, anzi stravinto e da lunedì i Bignasca, prima il padre Giuliano alle Iene e ieri sera il figlio Bobo ad Annozero, hanno spiegato agli italiani come la pensano i ticinesi.

Giuliano Bignasca parla da Consigliere federale, mescolando competenze cantonali e federali come se fosse intento a confezionare una marmellata casalinga ai frutti di bosco. Promette che nulla sarà più come prima e “se vogliamo é così, altrimenti ci aspetta la Corea”.
Quanto al figlio, segue le orme del venerato padre, che in una pubblicità preelettorale ha definito calciatore fenomenale e imprenditore di successo.

Gli italiani si incazzano, si sentono offesi magari qualcuno intraprenderà qualche altra causa, vedremo. Per il momento, se lo slogan dei leghisti italiani era “la Lega ce l’ha duro” i leghisti ticinesi ieri han mostrato di non avere per contro gli attributi necessari ad assumersi la direzione del DFE.
Troppo oneroso, troppi problemi, troppo facile sbagliare? Norman Gobbi ha dalla sua una certa predisposizione per il dipartimento che ha assunto, quello delle Istituzioni, coerente con quanto ha sempre dichiarato in campagna elettorale e forte anche dell’esperienza militare. Per contro Marco Borradori non ha voluto sentir ragioni, il Dipartimento del Territorio non si tocca, rimane leghista, talmente leghista da avere lo stesso Gobbi come sostituto! Quanto amore per questo dipartimento, quasi viscerale o forse …

A livello di schede, la Lega ha raccolto il 25,94% : auguriamoci che si tenga conto anche del rimanente 74,06% che non ha votato per il movimento di Bignasca, ma le premesse non sembrano andare esattamente in questa direzione.
Il vento leggermente fascista che spira su tutta l’Europa non ha risparmiato il nostro cantone. Questo non é colpa della Lega ma di chi aveva le redini della politica e dell’economia e non ha voluto o saputo respingerlo, ha sottovalutato le paure dei cittadini a causa della crisi, l’insicurezza del posto di lavoro, i salari messi a rischio dalla concorrenza straniera, i troppi ticinesi che ormai non riescono più, volenti o nolenti, ad arrivare a fine mese e le proposte scaturite dai partiti storici che non hanno assolutamente convinto, anzi in taluni casi hanno spaventato ancora di più gli elettori.
Il Ticino riparte, rappresentato dal Conducător di Via Monte Boglia. Fra 100 giorni i primi bilanci e allora sapremo in quale direzione ci stiamo incamminando.

C.S.