La polizia giapponese ha iniziato mercoledì a cercare le vittime del sisma e dello tsunami dello scorso 11 marzo nell’ultimo raggio che non era ancora stato perlustrato, quello di 10 chilometri attorno alla centrale nucleare di Fukushima.
Le ricerche non si erano ancora tanto avvicinate alla centrale. 330 poliziotti vestiti con tute antiradiazioni libereranno il terreno da fango, detriti e macerie alla ricerca dei corpi di chi è ancora dato per disperso.
A causa dell’intensità delle radiazioni la zona attorno alla centrale era stata evacuata per un raggio di 20 chilometri. Nei giorni scorsi il governo aveva ordinato l’evacuazione dei centri abitati in un raggio fino a 50 chilometri.
E’ difficile avere il numero esatto delle persone ancora disperse. L’unico modo è trovare al più presto il maggior numero di cadaveri e solo in questo modo si potranno fare affermazioni più precise.
Secondo le cifre provvisorie della polizia, 13’400 persone sono morte a seguito del sisma e dello tsunami e dall’11 marzo 14’900 corpi sono introvabili, dispersi in mare oppure sepolti sotto le macerie e il fango solidificato.
All’interno della centrale nucleare gli operai della compagnia elettrica Tokyo Electric Power lavorano senza sosta per pompare in mare migliaia di acqua radioattiva infiltrata nelle installazioni e nei sotterranei. L’11 marzo l’onda anomala che aveva investito l’impianto era alta almeno 15 metri.