Lunedì 11 aprile il Giappone si è fermato per rendere omaggio alle migliaia di vittime del terremoto e dello tsunami che un mese fa hanno devastato al costa nord-est del paese.
In questo triste anniversario un minuto di commosso silenzio ha unito il Giappone. Il terremoto e lo tsunami dell’11 marzo scorso e il conseguente disastro alla centrale nucleare di Fukushima sono lo scenario peggiore in cui il paese si è trovato dalla fine della Seconda guerra mondiale. Il governo di Tokyo ha dichiarato che malgrado la situazione sia ancora lontana dalla normalità, nella centrale di Fukushima l’incessante lavoro e l’eroico sacrificio dei tecnici e dei pompieri hanno permesso di evitare il peggio.
Un ottimismo all’insegna della prudenza : “C’è ancora molto lavoro da svolgere ma il rischio che la situazione alla centrale nucleare si deteriori e che avvenga una nuova fuga di materiale radioattivo è sensibilmente ridotto – ha dichiarato Yukio Edano, l’infaticabile portavoce del governo, un volto ormai famigliare sia in Giappone che all’estero.
A Fukushima la rete di energia elettrica è stata danneggiata, causando l’interruzione del funzionamento dei circuiti di raffreddamento e provocando un inizio di fusione delle barre di combustibile, esplosioni e una notevole emissione nell’aria di particelle radioattive. Dall’interno della centrale sono fuoriusciti migliaia di litri di acqua contaminata poi riversati in mare. Secondo gli esperti la fine di questo incidente nucleare è ancora molto lontana, ci vorranno mesi, se non anni per riportare la situazione il più vicino possibile alla normalità.
L’incidente della centrale ha causato l’evacuazione di almeno 80mila persone che abitavano in un raggio di 20 chilometri. Sistemate nei centri d’accoglienza, non sanno se e quando potranno tornare nelle loro case. Il governo ha indicato che la zona di evacuazione potrebbe essere ampliata secondo il livello di radioattività presente nel suolo e nell’aria.
Un mese dopo il disastro la situazione rimane molto difficile anche per le circa 150mila persone le cui abitazioni sono state distrutte dallo tsunami. Proseguono senza sosta i lavori di pulizia e di sgombero delle montagne di detriti ma ci vorranno molti mesi per ripulire il terreno e ricostruire i centri abitati spazzati dalle gigantesche onde dello tsunami.
La catastrofe ha fatto quasi 28mila morti, di cui la metà risulta ancora dispersa.
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