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Rogo del Corano. I fedeli abbandonano il pastore Terry Jones

Mentre a Kabul proseguono le manifestazioni per il Corano bruciato in Florida il 20 marzo scorso, negli Stati Uniti non si placa la polemica contro Wayne Sapp, l’ideatore del rogo e contro Terry Jones, il pastore anglicano che voleva bruciare il libro sacro dell’Islam già l’11 settembre 2010 e che poi aveva ceduto alla pressione del governo statunitense che gli chiedeva di evitare “provocazioni inutili”.

Jones e Sapp esercitano entrambi la loro funzione religiosa in una parrocchia di Gainesville, in Florida.
L’idea di dare alle fiamme il Corano Sapp l’aveva avuta da Jones e pare che sia stato quest’ultimo ad accendere il fuoco nell’urna dove era stato bruciato il libro. La “cerimonia” si era svolta all’interno della chiesa alla presenza di una ventina di persone.

Incurante degli appelli lanciati dal presidente Obama (che ha dovuto chiamare il presidente afgano Karzai per scusarsi a nome del popolo americano), incurante della crisi scoppiata in Afghanistan a causa del gesto di Sapp (i manifestanti afgani avevano attaccato la sede dell’Onu di Mazar al Sharif e ucciso 20 funzionari che si trovavano all’interno dell’edificio), il pastore Jones sta preparando il secondo atto della sua particolare crociata contro il mondo islamico.
Ha infatti indetto una manifestazione di fronte alla moschea di Dearborn, un quartiere di Detroit dove vive un’importante comunità islamica e sta istituendo il processo contro il profeta Maometto per crimini contro l’umanità.
La stessa accusa era stata lanciata da Wayne Sapp al Corano bruciato lo scorso 20 marzo.

Dall’11 settembre 2010 Jones sta collezionando le minacce di morte: gliene sono pervenute oltre 300 e lui le sbandiera con orgoglio declamando che morirà per il Cristianesimo. I fedeli della chiesa dei due pastori ritengono che entrambi siano impazziti e preferiscono disertare le funzioni religiose. Quelli che ancora vanno al sermone domenicale sono pochi irriducibili che entrano in chiesa armati fino ai denti.
Come se questo non bastasse, la sua compagnia assicurativa gli ha disdetto la polizza sulla vita e la banca gli ha imposto il pagamento immediato del prestito che aveva accordato alla chiesa.

Redazione

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