La Segretaria di Stato americana Hillary Clinton ha dichiarato in un’intervista televisiva che gli Stati Uniti non hanno intenzione di lanciare un’operazione militare in Siria come quella in corso in Libia: “Bashar al Assad non è il colonnello Gheddafi – ha precisato.
La Clinton ha comunque indicato che se una coalizione internazionale con l’avallo del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dovesse condannare in maniera universale le violenze in corso in Siria, a quel punto un intervento militare potrà essere considerato.
Confrontato a disordini senza precedenti, il regime siriano ha promesso riforme politiche e sociali e ha liberato 260 prigionieri politici ma questo non è servito a calmare la popolazione. Domenica rinforzi dell’esercito sono stati mandati a Dera’a, la città dove si concentra la protesta contro il presidente al Assad e altre truppe di rinforzo sono state inviate nella città portuale di Lattakia. Nella notte di sabato e durante tutta la giornata di domenica gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine sono proseguiti in un crescendo di violenza e di reciproche accuse.
Al Assad ha anche promesso l’abrogazione della legge d’urgenza. In vigore dal 1963, questa legge restringe la libertà di riunirsi in gruppi e di spostarsi, permette l’arresto senza la presenza di prove di persone sospettate di minacciare la sicurezza e autorizza il regime a sorvegliare le comunicazioni e la stampa.
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