Il presidente americano è intervenuto pubblicamente sabato 26 marzo per difendere la sua decisione di partecipare all’operazione militare in corso in Libia: “Abbiamo reagito rapidamente – ha detto Obama nel suo intervento settimanale alla televisione – e abbiamo evitato una catastrofe umanitaria.”
“La nostra missione in Libia è chiara e mirata – ha detto il presidente, aggiungendo che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite aveva deciso di imporre una zona di esclusione aerea per proteggere il popolo libico contro le atrocità del regime.
“La nostra missione ha successo. Abbiano neutralizzato le difese anti-aeree della Libia. Le forze armate di Gheddafi non hanno più i mezzi per avanzare. Ritengo che ogni cittadino americano sia fiero per le vite che abbiamo salvato in Libia.”
Obama è duramente criticato dall’opposizione repubblicana, che denuncia una guerra decisa senza l’accordo dei parlamentari e anche dall’ala sinistra del partito democratico, che respinge un nuovo intervento militare in un paese musulmano dopo le invasioni di Afghanistan e Iraq.
L’Italia ha messo in dubbio la decisione della Francia di attuare un’iniziativa franco-britannica in vista di una soluzione politica al conflitto. L’iniziativa sarà presentata martedì a Londra in occasione di una riunione dei ministri degli affari esteri dei paesi che fanno parte della coalizione.
Franco Frattini, ministro italiano degli esteri ha annunciato che a Londra l’Italia presenterà il proprio piano per la Libia. Per il governo italiano è importante che il futuro governo libico, qualunque esso sia, rispetti gli impegni commerciali, soprattutto quelli che riguardano Eni, la società italiana con enormi interessi in Libia per quanto riguarda l’estrazione di gas e petrolio e che dopo l’inizio della rivolta ha dovuto sospendere le esportazioni.