Durante il vertice che si e’ tenuto oggi, l’Alleanza atlantica ha deciso di affidare all’Italia il comando navale Nato sull’embargo di armi alla Libia. A capo delle operazioni atte a far rispettare questa parte delle risoluzioni dell’Onu e’ stato nominato il contrammiraglio Rinaldo Veri.
La mossa e’ destinata a ricucire la frattura tra i Paesi dell’Alleanza, fino a ieri sull’orlo di una crisi interna.
La mediazione diplomatica e’ riuscita a coinvolgere in “Odyssey Dawn” anche Ankara, che, pur fortemente critica sulla conduzione dell’intervento militare, ha offerto cinque navi da guerra piu’ un sottomarino: non parteciperanno direttamente alle operazioni militari ma vigileranno sull’osservanza dell’embargo sulle forniture di armi, imposto alla Libia dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Per il rafforzamento dell’embargo finora sono sei i paesi che hanno proposto contributi, per un totale di sedici navi. Dal Kuwait e dalla Giordania, ha detto il premier britannico, David Cameron, arrivera’ un “contributo logistico”.
Parigi, che in questi giorni si e’ opposta al trasferimento del comando alla Nato, tiene a sottolineare che l’Alleanza non assumera’ la “guida politica” della coalizione internazionale.
Quello dell’Alleanza atlantica sara’ un ruolo tecnico, cioe’ essenzialmente operativo e circoscritto alla pianificazione e alla logistica, ma non decisionale.
La Germania, invece, conferma di voler stare lontana dal teatro di guerra. Il governo tedesco ha deciso di ritirare tutte le sue forze militari nel Mediterraneo, che finora facevano parte del quadro delle operazioni messe in atto dalla coalizione anti-Gheddafi.
In Libia, intanto, si continua a combattere.
Dopo i raid della notte, sono ripresi i bombardamenti della coalizione a Misurata, assediata dai lealisti. Sotto assedio e’ anche Zintan, 90 km da Tripoli: le forze di Gheddafi hanno sparato colpi di artiglieria contro la citta’.
Il Consiglio nazionale transitorio dei ribelli libici ha deciso di dare vita a un governo ad interim, a capo del quale e’ stato nominato Mahmoud Jabril. Jabril, uno dei leader dell’opposizione nata a Bengasi, aveva guidato la delegazione del Consiglio ricevuta all’Eliseo da Nicolas Sarkozy. Il presidente francese aveva riconosciuto il Consiglio formato dai ribelli come l’unico rappresentante del popolo libico.
Imporre la No Fly zone sulla Libia potrebbe arrivare a costare fino a un miliardo di dollari, piu’ di 700 milioni di euro, se l’operazione dovesse trascinarsi per un paio di mesi.
E’ la stima di un esperto militare americano, Zack Cooper del Centro per le valutazioni strategiche e di bilancio.
(Fonte: AGI)
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Uuuuhhhmammmaaa!!I badola con il petto in fuori,i jet pronti a partire,Larussa che ha imparato i nomi dei generali inglesi e poi Lei,la Portaerei Garibaldi!!!Le uniche entità svolazzanti che possono atterrarvi sono i mosconi.
Alè cuma dag un zücherin a un asen.
Non sottovalutare la POTENZA NAVALE italiana.
Ho colpevolmente dimenticato il veliero Amerigo Vespucci.
Mentre la Merkel "da i numeri", ritira i suoi soldati e mostra tutta la sua incoerenza chiedendo l'embargo del petrolio libico, Sarkò giustamente non molla la presa e continua a tenere il re dei re e la sua nidiata chiusi nel suo bunker, rintanati come un "ratt" (ma i bala mia).
L'Italia opportunista, pensa unicamente ai propri interessi economici ed il Berlusca vorrebbe persino salvare il culo al suo amico, nella speranza di poterglielo baciare all'occasione.
Il socialista Frattini di triste memoria continua a cianciare alla luna e lo sciovinismo degli italiani nei confronti della Francia (tutti da destra e sinistra ed a tutti i livelli) è ben radicato e sfiora il persino razzismo. Basta leggere i giornali del Bel Paese per farsene un'idea.