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Sotto il regno di Rabadan sono state annunciati a Bellinzona un referendum contro la nuova sede del polo scientifico (IRB, laboratori dello IOSI e Neurocentro) e un’iniziativa popolare per mettere a disposizione dei bambini di Bellinzona «il più bel parco urbano che si possa immaginare».
Attenti però agli specchietti per le allodole.
Ben coscienti che nessun bellinzonese è pronto ad opporsi ad un Istituto che ha saputo affermarsi a livello internazionale (e che altri sono pronti ad accogliere), per raggiungere i loro obiettivi gli oppositori mettono in campo il «cavallo di Troia» del Parco Grande. È facile immaginare che le firme saranno raccolte con slogan quali «Salviamo il verde pubblico» oppure «Diamo ai nostri bambini un parco giochi lontano dalla strada»: obbiettivi con i quali sperano di convincere le persone a fare due firme nascondendo che il risultato pratico sarà invece un altro NO ad un progetto per lo sviluppo di Bellinzona e della regione. Per questo raccomando di non firmare né l’iniziativa né il referendum.
Mi rivolgo ai Bellinzonesi con la coscienza tranquilla di chi conosce l’importanza del verde cittadino; quale architetto so anche che la disponibilità di spazi aperti, a disposizione di tutti è un fattore importante per la qualità della vita e che può determinare la scelta di luogo dove abitare o costruire la propria casa. L’agglomerato di Bellinzona è un territorio urbano circondato dal verde e con ampi spazi a disposizione di tutti. Se appena saliamo anche solo al Castergrande ci rendiamo conto che l’ex-campo militare è solo un tassello di un più vasto spazio verde che tra Castione e Giubiasco è di almeno 200 ettari. Dare una nuova sede all’IRB significa lasciare a disposizione di tutti più del 95% degli spazi verdi.
Tanto più che il Consiglio comunale ha confermato l’uso per attività sportive e del tempo libero dell’area a nord di via Chiesa e deciso di trasformare in un vero e proprio parco urbano i prati che costeggiano via Mirasole e la parte iniziale di via Chiesa.
Ricordo infine che – con l’ubicazione approvata dal Consiglio Comunale – il nuovo Polo scientifico si inserirà in modo armonioso in una parte della città già destinata a strutture pubbliche e per la formazione: le Scuole Medie, il Liceo, la Scuola cantonale di Commercio, la Scuola Alberghiera. Una zona poco lontana dal centro cittadino e ben servita dai trasporti pubblici.
Più approfondisco questo progetto e più mi convinco che è il progetto di cui Bellinzona e tutta la regione hanno assoluto bisogno. Più ascolto le ragioni di chi ha lanciato il referendum (e l’iniziativa «cavallo di Troia») e più mi rendo conto che in quarant’anni da quelle bocche non ho ascoltato una proposta costruttiva ma solo slogan che, dietro la maschera del verde e della socialità, hanno bloccato molte iniziative e fatto cadere Bellinzona in una lenta e continua agonia. È ora di dire basta, di invertire la rotta!
Il Rabadan è finito. Togliamo ogni maschera e diciamo NO ad atteggiamenti e proposte che non sono a favore del verde ma contrarie agli interessi dei cittadini di Bellinzona.
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