Nuova bufera sui soldati americani, dopo che il Bild ha pubblicato foto che ritraggono gli stessi militari Usa che irridono i cadaveri di alcuni civili che sarebbero stati uccisi per puro divertimento nella provincia di Kandahar, in Afghanistan.
Le tre immagini sono apparse sul giornale tedesco Spiegel nei giorni in cui negli Stati Uniti si deve aprire il processo per omicidio a carico dei cinque soldati responsabili, tutti provenienti da una base a sud di Seattle. Nel servizio di otto pagine, il settimanale di Amburgo ha scritto che i cinque militari americani avrebbero ucciso civili afghani per puro divertimento, umiliando le loro vittime con foto orribili.
L’esercito americano si è scusato con un comunicato per quanto appare nelle fotografie: “Sono scene che suscitano ripugnanza e che sono in contrasto con i valori dell’US Army”.
Un gruppo di reporter dello Spiegel ha compiuto ricerche durate 5 mesi in tutti gli Stati Uniti e in Afghanistan, riuscendo a entrare in possesso di foto e video di terribile brutalità. Il settimanale scrive di aver pubblicato “solo tre foto, una piccola parte dei 4000 tra video e immagini necessari a documentare la storia raccontata”.
Alla domanda sul perche’ il Pentagono abbia cercato di tenere segrete le foto, una portavoce dell’esercito ha risposto ai giornalisti tedeschi che “alcune di queste immagini sono di natura scabrosa e non potevano essere pubblicate”.
Le uccisioni di civili afghani sarebbero avvenute nel corso di operazioni di pattugliamento effettuate a gennaio, febbraio e maggio 2010. Uno dei responsabili comparira’ mercoledi’ prossimo davanti al tribunale militare.
Nel suo articolo lo Spiegel descrive l’uccisione del mullah Allah Dad, uscito di casa per parlare con i militari americani, ma trascinato poi in un fossato ed ucciso. Uno dei militari ha testimoniato che il suo capo pattuglia, il sergente Gibbs, dopo l’omicidio ha usato “una forbice da chirurgo per tagliarli il dito indice”.
Il testimone ha raccontato che lo stesso Gibbs “gli ha strappato un dente e mi ha detto di conservarlo come trofeo di guerra. Io non l’ho preso, ma l’ho gettato a terra”. Il settimanale di Amburgo non rivela come sia riuscito ad entrare in possesso delle foto.
(AGI)
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