Duro colpo per i fautori della laicità, che a volte scivola nell’ intolleranza, ieri la Corte europea dei diritti dell’Uomo ha dato ragione all’Italia sull’esposizione del crocifisso nelle scuole pubbliche.
La sentenza della Grand Chambre, con 15 voti a favore e due contrari, ribalta quella del 3 novembre del 2009 che aveva condannato l’Italia per violazione della libertà religiosa. I giudici hanno stabilito che non vi sono elementi che provino la supposta influenza sugli alunni dell’esposizione del crocifisso nelle aule. Una sentenza che potrebbe influire sulle decisioni in questo campo, a livello europeo.
La vicenda che ha portato alla sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo sui crocifissi nelle aule ha per protagonista Soila Lautsi, una casalinga di origine finlandese.
Nel 2001 la donna si senti’ offesa dalla presenza del simbolo del cristianesimo nelle aule dell’istituto comprensivo Vittorio da Feltre di Abano Terme frequentato dai suoi figli di 11 e 13 anni. Secondo la donna, la presenza del crocifisso era contraria ai principi di laicita’ nei quali voleva educare i figli e per questo chiese alla scuola di toglierlo facendo riferimento a una sentenza del 2000 con cui la Cassazione ordinava di rimuovere il simbolo religioso dai seggi elettorali. Da ieri tutto torna come prima.
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