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Disoccupati cercasi! Mauro Damiani

– Ticinolive.ch non assume responsabilità per i contributi della rubrica “Ospiti”, che non rispecchiano né il pensiero né l’orientamento editoriale della Redazione.

Quello che alcune aziende riescono a inventarsi per poter approfittare delle assicurazioni sociali, in questo caso ci si riferisce all’Assicurazione contro la disoccupazione, è incredibile. Alessandra (nome di fantasia), termina i propri studi e finalmente è pronta per entrare nel mondo del lavoro; lei non vuole diventare una disoccupata. Alessandra inizia quindi a cercare un impiego e, fortuna delle fortune, viene quasi subito contattata da un’azienda che le offre concretamente un posto.

Durante il colloquio di assunzione, quest’azienda informa la nostra Alessandra che per poter iniziare a lavorare deve annunciarsi subito quale disoccupata (??). Un’occasione fantozziana da non perdere: grazie alle misure di promovimento del lavoro, Alessandra può lavorare per un periodo di 6 mesi senza che l’azienda debba pagarla! Qui c’è qualcosa che non quadra: un’azienda assume una persona e vuole che sia la collettività a pagarle il salario?

Alessandra, visto che di lavoro non ce n’è e dietro la promessa di un posto fisso trascorsi i 6 mesi di cui poc’anzi, cede al ricatto e ha subito la prima spiacevole sorpresa: essendosi annunciata tardivamente alla disoccupazione (non aveva infatti nessuna intenzione di annunciarsi disoccupata), riceverà un numero di giorni di penalità il che, tradotto, significa lavorare gratis, visto che né la disoccupazione, né tantomeno colui che si spaccia quale datore di lavoro, le verseranno un franco di salario.

Al quarto o quinto mese d’impiego, l’azienda comunica che, scaduto il periodo dei 6 mesi, non intende più assumerla in pianta stabile. Evidentemente questo accade perché poi dovrebbero pagarla sul serio. I 6 mesi trascorrono e Alessandra deve cercarsi un nuovo posto di lavoro; scopre parallelamente che il suo diritto alla disoccupazione è finito. Oltre al danno anche la beffa: Alessandra ha lavorato effettivamente per 6 mesi esaurendo il diritto alla disoccupazione; un autentico paradosso.

Tutto questo perché l’imprenditore di turno è un onesto delinquente che sfrutta un’assicurazione sociale per arricchirsi, nel frattempo il Consiglio di Stato sblocca 1 milione annuo per sostenere provvedimenti che riguardano soprattutto il sostegno alla ricerca di un impiego e all’autoimprenditorialità (uhm… altri casi analoghi all’orizzonte?). Male che vada, l’azienda dovrà pagare una multa, probabilmente di importo inferiore rispetto a quanto avrebbe dovuto pagare di salario ad Alessandra per i 6 mesi lavorati.

Ormai non è più sufficiente assumere frontalieri a salari da fame (da fame per i ticinesi, buoni per i frontalieri).
Il mio è quindi un appello rivolto soprattutto a quei giovani che, terminati gli studi, dovessero trovarsi nella stessa situazione: non fatevi abbindolare da promesse di assunzione o di carriera formulate da personaggi senza scrupoli ai quali il vostro futuro non interessa affatto.

Mauro Damiani – candidato UDC al Gran Consiglio

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View Comments

    • Signor Yago,

      lei pensa che bisognerebbe pubblicare i nomi delle aziende? Secondo me fare i nomi è compito di chi commina le multe, i casi descritti sono noti quantomeno all'URC. Ciò potrebbe però avvenire solo a procedimento concluso.

      Una volta se lei segnalava una qualsiasi irregolarità, l'anonimato era più o meno garantito; provi a farlo oggi e scoprirà che tale anonimato non esiste più. In questo modo si fa vivere la popolazione in uno stato di paura...

  • Egregio signor Damiani,

    il caso che Lei presenta è un caso reale
    oppure una situazione teorica costruita ad arte?

  • Egregio signor Nemo,

    faccio fatica a capire perché spezzare lance in favore dei salariati nativi, indigeni, originari debba essere considerato un problema.

    Tra l'altro io non sono la destra, sono una persona semplice, per intenderci un proletario che improvvisamente ha ricevuto una segnalazione e altrettanto improvvisamente ha agito come ha potuto e inoltre ha spezzato una lancia a favore di salariati che non appartengono a nessuna delle categorie da lei citate.

    Ho l'impressione che il pregiudizio abbia a volte il sopravvento sui contenuti. Per rispondere alla sua ultima domanda "Allora la destra, in questo scenario, da che parte sta?" le posso comunicare che oggi non posso risponderle perché lo scenario non si è ancora concretizzato.

  • Egregio Signor Damiani,
    scusi se mi permetto ma se, come dice lei, l'anonimato non è più garantito per le "vittime", mi spiega perché dovrebbe esserlo per le ditte? Il nome dovrebbe essere fatto a procedimento concluso, questo è lapalissiano.

    C'è poi da considerare una certa corresponsabilità da parte delle "vittime". Mi dispiace dirlo ma, anche se fossero il prototipo dell'ingenuità, di tempo per parlarne con qualcuno ne hanno avuto e, comunque, da quanto traspare nel suo articolo sapevano benissimo che il tutto era disonesto, truffaldino e quantomeno illegale. Non mi stupirei affatto se, a procedimento concluso, alle "vittime" non venisse più data la possibilità di far capo alla disoccupazione se non dopo aver lavorato regolarmente.

    • Egregio signor Yago (se lei è un donna: Gentile signora),

      lei ha ragione. I nomi dovrebbero essere resi noti a procedimento terminato (qualora ci fosse) e la metodologia andrebbe adottata non solo per i reati patrimoniali, ma soprattutto per quelli contro la persona (penso in particolare ai pedofili).

      Per la corresponsabilità potrei anche essere d'accordo, ma tutto dipende da come la situazione è stata venduta. Nel caso specifico si è fatto capo a un programma occupazionale (quindi legale) dietro promesse di assunzione terminato lo stesso. Il mio messaggio, lo ripeto, è quello di invitare questi giovani a stare attenti a non farsi fregare dalle promesse.

      • Egregio Signor Damiano,
        no, in ogni caso la corresponsabilità c'è ed è palese.
        Un programma occupazionale ti segnala il posto di lavoro, se lo accetti ti fa un contratto ed comunque è in contatto con il datore di lavoro.
        A maggior ragione, se davvero si trattasse di una persona collocata attraverso un programma occupazionale, avrebbe dovuto parlarne subito a chi le ha proposto, in prima istanza, il lavoro, invece mi sorge un dubbio... la persona era perfettamente cosciente che era illegale e perciò ha bypassato il programma occupazionale. Mah, vedremo...

        Sono sempre stato più che favorevole alla divulgazione dei dati (a processo terminato). Non sono riuscito a spendere nemmeno una parola positiva, per esempio, per Polanski perciò, sì, sono decisamente per la pubblicazione di nomi e cognomi... più foto, in caso di omonimia. :wink:

        • Egregio signor Yago,

          in conclusione credo sia Un Dovere Civile di tutti cercare di fare del proprio meglio affinché queste situazioni non si ripetano e possiamo fare qualcosa in questo senso tenendo alto il livello di attenzione.

          Più foto: Quoto al 100%!

  • Caro nemo,
    la difesa dei lavoratori è prerogativa della sinistra?
    Quella sinistra che disse di votare gli accordi bilaterali?
    Quella sinistra che disse che le misure di accompagnamento erano sufficienti?
    Quella sinistra che tiene in mano i sindacati che si fanno pagare la quota mensile anche da chi è disoccupato?
    Per favore, per favore...
    la difesa dei lavoratori indigeni non è di destra ne di sinistra è di cervello, lungimiranza e costanza.

  • Caro nemo,
    perché d'ufficio? Io le ho posto delle domande e ho detto quello che dovrebbe essere secondo me.
    Non le ho affibbiato nessuna area politica.

    Credo che di "contraddizioni bizzarre" ne vedremo ancora parecchie in questo mese.

  • Brevissima anche la mia replica (ma quante ne dobbiamo fare se più o meno abbiamo una visione simile?). Le ripeto che io non sono la destra economica e il partito che rappresento non è una setta dove uno o più venerabili dicono come pensare e gli altri come pecore seguono. Io ho la mia testa e le mie emozioni e nessun partito potrà mai condizionarle perchè sono libero (non ho interessi personali da soddisfare, non chiedo favori e non ne devo). L'UDC per me è il partito che ha il maggior numero di idee che collimano con le mie, ma di certo non tutte. Se ciò dovesse risultare incompatibile con il mio impegno mi espelleranno; pace e amen.

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