La disputa interna al PLRT sul concetto di laicità ricorda il leggendario episodio dei teologi bizantini che, durante l’assedio di Costantinopoli da parte dei Turchi, discettavano sul sesso degli angeli.
Il 29 maggio 1453 caddero Costantinopoli e l’Impero romano d’Oriente, senza che fosse stata data una risposta definitiva all’affascinante e intrigante quesito teologico. I battibecchi filosofici in casa liberale-radicale -in un periodo dove c’è ben altro di cui preoccuparsi- potrebbero quindi essere tranquillamente accantonati, se ciò non fosse la spia di una grave difficoltà strutturale del maggior partito ticinese, che va ben oltre il confronto di idee come alcuni esponenti cercano di far credere. L’opposizione tra liberali e radicali si è incancrenita a tal punto che i due fronti si rifiutano reciprocamente la legittimità a rappresentare il partito in Consiglio di Stato. Persino chi ha responsabilità istituzionali non esita a tacciare di “nemico” chi appartiene all’altra corrente. Pur tenendo conto del contesto elettorale, l’asprezza del confronto è tale da far dubitare sulle possibilità di una ricucitura dopo il 10 di aprile.
Il Ticino è confrontato a sfide di fondamentale importanza: formazione, occupazione, rapporti con l’Italia, sicurezza, mobilità, costi della salute, approvvigionamento energetico, chiusura del San Gottardo, ecc. Nel prossimo quadriennio il Cantone non potrà quindi permettersi di essere ostaggio delle baruffe liberali-radicali, né di perdere tempo con le strampalate proposte leghiste. La ricreazione sta per finire: urgono soluzioni serie, ragionate e realizzabili. Il Partito popolare democratico è pronto ad assumersi questa responsabilità. In questo quadriennio il PPD ha saputo farsi promotore di soluzioni pragmatiche e ispirate da una visione condivisa della società.
Una visione frutto di un sereno e costruttivo dibattito interno ed ispirata ai principi di libertà, responsabilità, solidarietà e sussidiarietà. Gli esempi sono numerosi. Il PPD ha difeso le regioni periferiche, salvando con successo le stazioni invernali e il rinnovo delle concessioni idroelettriche della Calcaccia e della Morobbia. Il PPD ha proposto un meccanismo di trattenuta salariale agli assicurati “morosi” per porre un freno agli abusi in materia di cassa-malati. Il PPD ha presentato un’iniziativa cantonale sulla ripartizione dell’imposta alla fonte dei frontalieri che potrebbe portare al Cantone entrate supplementari per alcune decine di milioni di franchi l’anno. Il PPD, per primo, ha chiesto al Consiglio di Stato di fare quanto possibile per scongiurare la chiusura prolungata del San Gottardo, una sciagura per l’economia e il turismo del nostro Cantone.
Il PPD ha opposto all’iniziativa anti-carbone un controprogetto che consentirà di finanziare sul lungo termine le energie rinnovabili, rafforzare l’approvvigionamento energetico ed evitare che i cittadini ticinesi perdano decine di milioni di franchi svendendo la partecipazione di AET nella centrale di Lünen. Il PPD ha chiesto di tornare a presidiare i valichi doganali, quale prima risposta contro la recrudescenza della criminalità. Il PPD ha proposto di detassare le associazioni di volontariato, una misura concreta a sostegno dell’impegno della società civile. Per quanti credono nella necessità di un Ticino coeso, dinamico e propositivo, le prossime elezioni costituiranno l’opportunità per chi – come il Partito popolare democratico – ha dimostrato di saper trovare soluzioni concrete e praticabili a problemi reali.
Il Ticino, volenti o nolenti, ha bisogno di un PPD forte. Noi siamo pronti ad assumerci maggiori responsabilità per cui ci sentiamo legittimati a chiedere il sostegno delle cittadine e dei cittadini che hanno a cuore il futuro del nostro Cantone.
Avv. Fabio Regazzi a nome del PPD Ticino
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Caro Regazzi, il PPD ha proposto, il PPD ha chiesto, ma poi, se non ha portato a casa nulla di concreto a cosa serve? Forse bisognerebbe farsi un esame di coscienza di come ha operato nel passato. Del perchè non è riuscito ad ottenere quel consenso affinché i buoni propositi diventassero fatti. Un esempio? Si all'amnistia! No all'amnistia! Forse all'amnistia. Il Dipartimento delle Istituzioni ha vagato per quattro anni, sballottato tra centrale cantonale di polizia, divise e direzione del Penitenziario della Stampa e Farera a dir poco sconclusionate. Per contro in materia di aggregazioni si è fatto un bel regalo (richiesto?) alla regione "amica" al Consigliere di Stato uscente. A Berna il rappresentante PPD è riuscito a portare a casa milini per la sua emittente televisiva. Molto bene, per carità, ma siamo sicuri che avrebbe agito lo stesso se TeleTicino fosse stata in altre mani? Stazioni invernali? Il PPD ha avuto l'onore di avere il signor Respini a capo di una task-force in occasione dello scudo italiano, leggi rapporti Roma-Berna-Ticino. Sa nulla di concreto?
> de la Vega
Non sei obiettivo, di CONCRETO qualcosa c'è.
L'onorario di Sua Eminenza!
Bravo! Ben detto!
Se lo incontrasse di questi giorni, un Sindaco che conosco non mancherebbe certo di tirare un bel calcione negli stinchi al Consigliere uscente, che dice e disdice, secondo come gli gira, purtroppo non solo lui...
E via di seguito... ien uregiat! Altro che voto a Jelmini (sorry Bike :oops: )
>>> Candide :)
Il (la) sindegh della Valle del Cassarate è un amorevole persona :wink: che però nel caso specifico il calcione al Gigio glielo deve assestare fra le gambe all'altezza del bacino (vale davanti come dietro).
Ul Giuvann l'è tutt un'altra pasta da uregiatt, püsée visin a l'economia e un tantin püsée liberal. L'è ancha luganess da famiglia ancha se al stà da cà a Mendriss.
e l'OCST indua la lassat?
>>> de la Vega :)
>>> Candide :)
>>> Jack :)
Mia tucc in perfett, dal rest ancha ul Nando Ceruso l'è pur sempru un "amiis d'ra Marina".
Guardare oltre gli steccati partitici e ul Giuvann l'è una spanda sura gli altri.
Caro bike, concordo, concordo. Ul Beltra a l'è già boc. Ul'Jelmin a l'è talment innanz che al po anca pientà lì da fa campagna e na fa carnevaa e preparà la Pasqua.
Interessante. Chi ti fornisce queste informazioni?
Jelmini, le cui foto mostrano il candidato più ammiccante del Ticino, è davanti a Beltraminelli anni luce. Il Beltra al massimo porta a casa qualcosa nel luganese, mentre il Presidente farà il pieno in tutto il Cantone. Da non dimenticare, poi, che a Lugano per il Municipio il PPD ha praticamente nessuno da proporre a meno di voler fare le scarpe a colui che darà vita al centro Sportivo-Espositivo di Cornaredo. Non vedo in consiglio comunale chi possa impensierirlo.
Sai, per me non è che faccia una gran differenza.
È dai tempi dell'Atto di Mediazione (1803) che non voto più PPD.
Ok, hai conosciuto Napoleone Buonaparte e vi pulivate le unghie con la stessa baionetta.
buona serata, S. Siro mi aspetta (per davvero)