Mohamed Ghannouchi, premier ad interim del governo tunisino si è dimesso dopo le massicce manifestazioni che venerdì a Tunisi avevano riunito fino a centomila dimostranti, con conseguenti e sanguinosi scontri con le forze dell’ordine.
I cortei di protesta chiedevano a gran voce le dimissioni di Ghannouchi, che anche se è un viso rassicurante del governo provvisorio (le elezioni presidenziali e legislative si terranno entro luglio) è un personaggio troppo vicino al vecchio regime. Ghannouchi ha deciso di dimettersi per evitare nuovi scontri. Una decisione salutata con soddisfazione da ogni parte.
Primo ministro dell’ex presidente Ben Ali dal 1999 fino allo scorso 14 gennaio, Ghannouchi aveva formato il 17 gennaio un primo governo in cui il gruppo uscente conservava i posti chiave. I cinque ministri si erano dimessi nei giorni successivi. Dieci giorni dopo il premier aveva annunciato un nuovo gruppo di transizione senza i principali “baroni dell’ancien régime”.
Nella serata di domenica Beji Caid Essebsi, avvocato classe 1926, già consigliere dell’eroe dell’indipendenza Habib Bourghiba, ministro e ambasciatore in Francia e Germania, è stato nominato nuovo primo ministro. Lo ha annunciato il presidente tunisino ad interim Fouad Mebazza.
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