I sindacati sono schierati, gli statali rivendicano i loro diritti e il buco della cassa pensione si dilata. La conseguenza che appare oggi più ovvia è che ancora una volta a passare alla cassa sono i tutti contribuenti: privati e persone giuridiche.
Certo, perché se a qualcuno fosse sfuggito, il datore di lavoro dei dipendenti statali, non colpevoli di questa situazione catastrofica (un buco di oltre 1500 milioni di franchi) è lo Stato del Canton Ticino, le cui attività sono finanziate dalle imposte dei cittadini contribuenti.
La discriminazione fra statali e privati appare evidente considerando il fatto che nella stramaggioranza dei casi le Casse pensioni delle ditte private, (ad eccezione di qualche istituto bancario o aziende particolarmente floride) adottano le rendite in base al primato dei contributi, mentre quella Statale eroga le rendite in base al primato delle prestazioni. La differenza è notevole, perché nel primo caso ci si basa su una specie di media dei contributi versati sull’arco degli anni, nel secondo sugli ultimi salari, che nei casi normali sono i più elevati.
Ora che il buco mina la stessa cassa – ma tanto c’è dietro il Cantone che può coprirlo – coloro che fanno degli impiegati statali il proprio bacino elettorale si guardano bene dal dire una sola volta che al cittadino ticinese contribuente il risanamento, già come ora proposto, costerà 50 milioni di franchi all’anno.
Ai cittadini dipendenti di aziende private, per intenderci quelli di per sé già svantaggiati in questo ambito, come rilevato sopra, non è dato di scendere in strada a protestare per difendere il proprio orticello e chiedere alle migliaia di impiegati statali di essere per una volta uguali a loro e di non ergersi a cittadini di serie A.
Già il 1. luglio 2008 la Confederazione aveva formalmente introdotto il passaggio al primato dei contributi.
In Ticino, figuriamoci, questo non è mica possibile. La vacca da mungere faccia silenzio e si assuma l’onere del baratro finanziario della Cassa pensione dei dipendenti pubblici (1500 milioni di franchi) con la benedizione dei Sindacati, subito pronti a scendere in piazza.
Quando poi l’economia privata annaspa e cerca disperatamente rimedi e tenta il rilancio dell’occupazione, chi se ne frega se licenziano, si parte in corteo lungo Viale Stazione a Bellinzona.
Come sempre, la famosa simmetria dei sacrifici viene interpretata e applicata in modo improprio: voi fate i sacrifici e noi dilapidiamo.
Auguriamoci che qualche Consigliere di Stato dotato di attributi sufficientemente solidi sappia prima o poi riportare il campanile al centro del villaggio e che il sacchetto della questua sia equamente ripartito.
C.S.
Le principale differenze nel privato fra una cassa pensione basata sui contributi e una basata sulle prestazioni.