L’Australia imporrà una tassa sulle emissioni di CO2 dal primo luglio 2012 come misura transitoria prima di introdurre un sistema di mercato delle emissioni, del tipo cap-and-trade, fra tre e cinque anni da quella data. Lo ha annunciato oggi la premier laburista Julia Gillard in una conferenza stampa congiunta con il leader dei Verdi Bob Brown e due indipendenti, dal cui supporto dipende il governo di minoranza che presiede.
Non è stato tuttavia deciso quale l’ammontare della tassa, né in che misura saranno risarcite le industrie e le famiglie per i nuovi costi. Le emissioni agricole saranno inizialmente escluse dallo schema, ma gli agricoltori e gli allevatori saranno risarciti per ogni sforzo volto a ridurre le emissioni di gas serra, a cominciare dal metano emesso dagli animali. Il piano del tipo ‘cap and trade’ sarà basato sull’assegnazione a ciascun partecipante di un tetto di emissioni annuali (cap). Le aziende che lo superano dovranno acquistare crediti da utenti che producono emissioni sotto il proprio tetto.
“La storia ci insegna che le nazioni e le economie che prosperano nei tempi di cambiamenti storici sono quelle che danno forma ai cambiamenti e li gestiscono”, ha detto la premier. Le ha fatto eco il senatore Brown, che ha descritto l’annuncio come un importante passo avanti in un “processo di costruzione della nazione”. L’accordo raggiunto, ha detto, è “una vittoria per il governo di minoranza”. “È stato raggiunto perché condividiamo il potere. Un governo di maggioranza non avrebbe raggiunto questo risultato”.
L’Australia, prima esportatrice di carbone al mondo, produce le più alte emissioni di gas serra in rapporto alla popolazione, data la dipendenza dal carbone per l’80% della generazione di elettricità. E il governo ha promesso di ridurre le emissioni entro il 2020 del 5% rispetto ai livelli del 2000.
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