Segni di apertura verso i manifestanti giungono dal re del Bahrein, Hamad Ben Issa Al Khalifa, che lunedì 21 febbraio ha ordinato di liberare 25 prigionieri sciiti in carcere per atti di terrorismo e di annullare le accuse a carico di altri prigionieri politici.
In questo modo il sovrano ha soddisfatto due delle richieste avanzate dall’opposizione, che per oggi ha organizzato una marcia nella capitale Manamah alla quale sono attesi oltre centomila partecipanti. Lunedì l’opposizione sciita ha confermato la morte di un giovane manifestante, ferito dalla polizia venerdì scorso. Il suo decesso porta a sette il numero dei morti nel paese dall’inizio delle manifestazioni, il 14 febbraio.
Cortei di sostenitori della monarchia hanno sfilato nelle strade della capitale del Bahrein per ribadire la legittimità del re e respingere la richiesta delle sue dimissioni avanzata dalla maggior parte della popolazione bahraini.
Il gruppo di sostegno al regime è formato in prevalenza da autorità religiose e da personalità politiche. Il loro responsabile, Cheikh Abdellatif al Mahmoud ha ribadito la legittimità della monarchia e l’importanza di mantenere stabile il paese evitando ogni genere di contestazione.
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