Giovedì scorso, in Costa D’Avorio le filiali di quattro banche straniere sono state nazionalizzate dal presidente uscente Laurent Gbabo, quale misura di ritorsione dopo che avevano chiuso i battenti a causa della situazione politica in cui versa il paese.
La Costa d’Avorio sta attraversando una seria crisi istituzionale dallo scorso novembre, da quando Gbagbo non riconosce la sua sconfitta alle elezioni vinte da Alassane Ouattara.
Il portavoce del governo ha dichiarato che le banche erano state chiuse in netto contrasto con quanto prevede la legge del paese, che impone alle banche un preavviso di almeno tre mesi prima della chiusura. Si tratta delle francesi Societé Generale e Bnp Paribas, dell’americana Citigroup e dell’inglese Standard Chantered.
Dalla scorsa settimana il sistema bancario della Costa d’Avorio è pressochè paralizzato a causa della chiusura di quasi tutti gli istituti di credito del paese. Le poche banche rimaste aperte sono state prese d’assalto dai clienti che stanno ritirando tutti i loro risparmi.
Il portavoce del Ministero francese degli affari esteri, Bernard Valero, ha condannato l’azione di Laurant Gbagbo e ha dichiarato che la sua decisione non è considerata valida, in quanto scaturita da un’autorità che non è legittima.