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Parco del Piano. APM si esprime sul PUC e sui temi centrali del progetto

Favorevole alla promozione di un Parco sul Piano di Magadino, in un comunicato stampa odierno l’APM – Associazione per un Piano di Magadino a misura d’uomo – si esprime riguardo al PUC, il Piano di utilizzazione cantonale del Parco del Piano.
Riportiamo qui di seguito i punti salienti del comunicato stampa
.

Il Piano di Utilizzazione Cantonale de Parco del Piano di Magadino (PUC del PdM) rappresenta una pietra miliare per il futuro della pianificazione di quella che è rimasta l’ultima zona di fondovalle del nostro Cantone, con ancora sufficiente spazio per ospitare un Parco. Ricordiamo che da sempre l’Associazione per un Piano di Magadino a misura d’uomo (APM) è stata favorevole e si è impegnata a promuovere e sostenere l’idea di costituire un Parco sul territorio del Piano di Magadino.

La proposta dell’Infocentro a Gudo è un palese punto debole del progetto a causa della non prossimità a una stazione ferroviaria. Non consideriamo una soluzione convincente la proposta di ovviare a questo inconveniente proponendo un bus navetta su chiamata e una pista ciclabile protetta fino alla stazione di Cadenazzo. Se uno degli obiettivi dichiarati del Parco è quello di promuovere e incentivare l’uso dei mezzi pubblici, questo non dovrebbe essere disatteso con un’ubicazione infelice del principale punto di riferimento per i futuri visitatori del Parco.
L’APM propone che sia ulteriormente valutata la possibilità di insediare l’Infocentro, o almeno la parte di accoglienza ai visitatori, nell’edificio della Stazione FFS di Cadenazzo, o in un’altra ubicazione a una “distanza pedonale” dalla citata stazione.

Riteniamo che, con 15 membri, la composizione numerica del Consiglio di fondazione dell’Ente Parco sia troppo numerosa e di conseguenza poco efficiente per un ente esecutivo. L’APM propone una riduzione del Consiglio di Fondazione a 9 membri, così composto: 1 membro per il Cantone, 2 membri per i Comuni (sponda destra/ sponda sinistra), 2 membri per le Associazioni degli Agricoltori, 1 membro ciascuno per gli Enti Turistici e l’Ente regionale di Sviluppo (Locarnese o Bellinzonese), 1 membro per il Consorzio Correzione Fiume Ticino e 1 membro per le Associazioni ambientaliste.

Nel contesto della mobilità riteniamo che l’istituzione del Parco è l’occasione ideale per proporre e realizzare un importante cambiamento di paradigma, quello di evolvere da un concetto basato sulla mobilità privata autoveicolare a uno basato sull’uso intensivo del mezzo di trasporto pubblico. In quest’ottica vedremmo la realizzazione, con l’avvento di AlpTransit, della galleria di base del Ceneri e della bretella di Camorino, di una vera e propria “S-Bahn del Piano di Magadino”, con una frequenza di fermate maggiore e con cadenza regolare di un convoglio ogni 15 minuti.

Fra i 40 siti inquinati all’interno del Parco vi è la discarica reattore del Pizzante 1 che, come da noi già segnalato nella presa di posizione sul Piano Direttore, si trova immediatamente sulla falda e senza una vasca di contenimento. Nella citata discarica sono stati depositate per anni sostanze inquinanti potenzialmente pericolose per l’ambiente e la salute umana, come per esempio i filtri dell’ex inceneritore di Riazzino. Essendo quest’oggetto nell’area del previsto Parco, riteniamo essenziale che siano eseguiti dei rilevamenti scientifici indipendenti sulla falda e sui territori immediatamente adiacenti la discarica.
Riteniamo che il risanamento di situazioni non conformi alla legge federale sulla protezione della natura e all’Ordinanza sui paesaggi palustri sia uno dei principali compiti che dovrà essere affrontato dall’Ente Parco.
La pista di go-kart e il tiro al piattello, ubicati ambedue nella zona golenale e inclusa nella zona palustre di importanza nazionale, sono solo due esempi di queste situazioni. Le numerose discariche abusive di inerti, sparse qua e là sul territorio del Piano, sono, a nostro avviso, le più urgenti da risanare.

Il risanamento di situazioni puntuali di degrado paesaggistico è una misura che dev’essere adottata con urgenza.
Nel caso il risanamento del terreno della ditta edile Tomasetti, dove il 28 novembre 2006 si è verificato un grave inquinamento del suolo causato dal noto incendio di copertoni, dovesse richiedere un onere spropositato per il suo ricupero ad uso agricolo, chiediamo che sia data la possibilità di adottare un’eventuale soluzione particolare, come per esempio una permuta con un’area equivalente all’esterno del perimetro del Parco.

Redazione

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