Bernard Madoff, che in una prigione nello Stato del North Carolina sta scontando una pena di 150 anni per aver organizzato una truffa da 65 miliardi di dollari ai danni di una consistente schiera di risparmiatori, intervistato dal New York Times si è detto convinto che le banche e i fondi di investimento erano sicuramente al corrente delle sue manovre.

Quello sul NYT è il primo intervento di Madoff dal suo arresto nel 2008. L’ex finanziere scaglia pesanti accuse ma si rifiuta di fare i nomi dei suoi contatti e delle persone che erano coinvolte.
“Non potevano non sapere. Il loro atteggiamento è stato all’insegna del se stai facendo qualcosa di sbagliato non vogliamo saperne niente – ha detto alla giornalista Diana Henriques, che in primavera pubblicherà un libro su di lui.
Madoff ha inoltre ribadito che la sua famiglia, come aveva più volte dichiarato, era all’oscuro di tutto.
L’ex finanziere ha anche detto che tutte le informazioni che ha fornito a Irving Picard (il curatore fallimentare incaricato di recuperare il denaro per rimborsare le vittime della truffa) confermano la complicità delle banche.

Irving Picard ha avviato azioni legali per un totale di 90 miliardi di dollari nei confronti di vari istituti bancari fra i quali vi è anche UBS. Alla banca svizzera sono stati chiesti 2 miliardi di dollari per “cattiva condotta e frode finanziaria”.