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La lenta agonia del segreto bancario. Tiziano Galeazzi

Probabilmente il nuovo (due nuovi Ministri!) Consiglio Federale, dallo scandalo UBS e da tutte le grane che si sono abbattute sul nostro Paese, non ha imparato niente. Problemi che, moltiplicandosi, sono andati ad intaccare, forse per sempre, la riservatezza bancaria (oggi chiamarlo segreto bancario sarebbe quasi troppo), ormai appesa a un lumicino. Per tutto ciò dobbiamo oggi ringraziare il Governo federale, le società di categoria bancaria e parabancaria e le banche stesse. Tutti attori che, ahimè, non hanno avuto e voluto trovare la forza e il coraggio di difendere quanto ancora ci distingueva dal resto del mondo nella salvaguardia della “privacy” della clientela.

È vero che esiste ancora una riservatezza che protegge l’anonimato da una possibile richiesta di assistenza sotto forma di rogatoria internazionale, utilizzando un “fishing expedition”, cioè “pescare nel mucchio”, ma come volevasi dimostrare, già dall’inizio della crisi con UBS, il CF da una parte rincuorava la popolazione, dall’altra pensava a come assecondare Paesi terzi. È di ieri la conferma che la Ministra di giustizia Widmer-Schlumpf sarebbe favorevole a concedere assistenza internazionale con la semplice richiesta di un nome o numero di conto in codice IBAN.

Cosa significa? Semplice: Sulla rogatoria internazionale non dovranno più apparire dati precisi sul titolare di un conto (esempio nome, indirizzo, numero di conto e banca esatta dove si presume sia il denaro) bensì, con un semplice numero a barre, si inviterà tutte le banche ad aprire i dossier. Vi rendete conto di cosa possa essere il risultato di questa stupida e incosciente linea politica? Cosa comporterà? La fuga in massa di conti verso l’Oriente (Cina, Singapore e Dubai), noi con le pezze ai pantaloni, senza più un istituto di credito, con decine di migliaia di disoccupati e con un Governo pronto ad avviare le trattative per entrare nell’Unione Europea, quale obiettivo finale e senza più “ostacoli bancari”, spina nel fianco dell’UE. Una chiara vittoria della Sinistra svizzera e internazionale.

Da un’altra angolatura, che nessuno quasi mai prende in considerazione, mi chiedo come potrebbe comportarsi la Magistratura svizzera, quando tratterà in futuro eventuali rogatorie internazionali inerenti nominativi presenti sui dischetti rubati. Ricordo che in questi due mesi migliaia di clienti di due grossi istituti bancari si sono ritrovati in prima pagina sui giornali e con la Guardia di finanza in casa, per aver avuto relazioni bancarie in Svizzera negli anni scorsi.

Mi rammento quando uscì lo scandalo della lista “Falciani” (2009/10). Il CF si affrettò a comunicare che a “livello politico” non ci sarebbero state assistenze giudiziarie e amministrative collegate direttamente ai dati rubati dai dischetti. La mia domanda è: visto il comportamento a dir poco scandaloso del nostro Governo e come tratta maldestramente le crisi di questo Paese, chi mi assicura che la magistratura non faccia altrettanto e accetti tutte le richieste che gli verranno rivolte, comprese le famose fishing expedition? Chi mi garantisce che non vi saranno giudici pronti ad assistere Governi che hanno acquistato dati rubati da delinquenti pagati dagli stessi “Servizi segreti”? Con rogatorie di due semplici righe e un nome corrispondente a un semplice numero bancario IBAN?

Certo che con le ultime notizie da Palazzo Federale, dove la Ministra della giustizia va dicendo di sostenere l’idea di un’assistenza facilitata, c’è da perdere il sonno negli ambienti bancari e parabancari. A me capita spesso in questi mesi, e pensare che davo la colpa alla luna piena…..
Il peggio è che dalle associazioni di settore (quelle bancarie in primis) non si sente contestare nulla, e tanto meno difendere la propria clientela e i propri lavoratori, che sono in Svizzera ca. 230’000 e in Ticino 14’000. Non tanto tempo fa erano ca. 15’000 da noi, ma come volevasi dimostrare abbiamo perso ultimamente 1000 posti di lavoro e nessuno è sceso ancora in piazza, come per le officine di Bellinzona, a protestare.
Qualcuno una volta disse: chi tace acconsente. Sarà cosi?

Tiziano Galeazzi
Candidato UDC al Gran Consiglio

Redazione-cro

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