La Grecia ha espresso critiche nei confronti del Fondo monetario internazionale e dell’Unione europea che venerdì scorso avevano annunciato che Atene porta a 50 miliardi di euro (dai 7 miliardi inizialmente annunciati) il totale delle privatizzazioni da realizzare per riassorbire il debito pubblico del paese.
Il portavoce del governo greco ha dichiarato che né l’FMI né l’Unione europea hanno il diritto di annunciare le decisioni prese da Atene.
Le autorità greche si sforzano di convincere che la decisione dell’aumento consistente delle privatizzazioni chieste da FMI e UE sia stato preso dal governo in cambio di un prolungamento dell’assistenza finanziaria delle due istituzioni.
Invece venerdì il Fondo monetario internazionale, la Commissione europea e la Banca centrale europea avevano avvisato il governo di Atene che doveva procedere a privatizzare in modo esponenziale entro il 2015 per colmare il suo debito e uscire dalla crisi. Un obbligo dettato dall’esterno dunque e non una decisione spontanea della Grecia.
Alla Grecia è comunque stato riconosciuto lo sforzo compiuto sinora per risanare il bilancio.
Il prossimo marzo Atene riceverà la quarta rata, 15 miliardi di euro, del prestito di 110 miliardi accordato lo scorso maggio dalla Zona euro e dal FMI per evitare il fallimento del paese.
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