Mancano meno di due mesi alle elezioni cantonali, appuntamento quadriennale con la storia politica del nostro cantone. Già hanno fatto capolino i primi sondaggi pubblici – quelli del DFE sono riservati – e altri ne seguiranno, mentre tutti attendiamo, riconoscendogli un certo valore statistico, le previsioni del Giornale del Popolo.

I giochi sono avviati, gli schieramenti sono scesi in campo e gli avversari politici iniziano a confrontarsi, fra serate, comizi, aperitivi e cene.
Ad ogni legislatura spunta una sfida tra le sfide e da ciò il PLRT sembra non riuscire a staccarsi. In questa tornata elettorale il partito di maggioranza relativa appare seriamente attaccato dalla Lega dei Ticinesi, che si dice intenzionata a soffiare il secondo seggio in Consiglio di Stato a quello che il foglio di Bignasca chiama ormai l’ex partitone.

Operazione possibile ma non certamente scontata e questo per diversi motivi.
Primo motivo: la paura reale del PLRT di perdere un seggio può (come capitato quattro anni or sono proprio alla Lega) mobilitare gli “aficionados” da tutto il cantone a far messa di voti. Per cercare di frenare la corsa leghista, il PLRT potrebbe inoltre ricevere da qualche forza politica con minori ambizioni un certo sostegno.
Secondo motivo: proprio il ruolo della Lega dei Ticinesi. Apparentemente tranquillo al suo interno, in realtà questo partito nasconde la sfida elettorale fra Lorenzo Quadri e Norman Gobbi, tralasciando Giuliano Bignasca che le voci dicono in procinto di ritirarsi dalla corsa e Michele Barra, che sembra essere il gregario del gruppo.
Norman Gobbi, Consigliere nazionale in carica. Lorenzo Quadri, municipale di Lugano e co-redattore al 250% de Il Mattino della Domenica. Entrambi politicamente molto attivi, sempre presenti in prima linea, ma il posto – considerando Borradori inarrivabile per chiunque – è uno solo. “Conditio sine qua non” che avvenga il sorpasso ai danni del PLRT  uno dei due dovrà gioco forza venire escluso. Una sfida complessa da gestire per lo stesso Bignasca, per le giuste ambizioni dei due giovani leghisti della prima ora. Al di là delle dichiarazioni di circostanza, non si è mai visto un escluso fare i salti di gioia.

Dal canto suo, malgrado le dichiarazioni di propaganda il PLRT sa che al suo interno scorrono almeno tre correnti.
In primis la sfida tra Sergio Morisoli e Christian Vitta, che sulla carta al momento appare come la più lanciata, con Matteo Quadranti impegnato a combattere Morisoli, ottenendo probabilmente l’effetto contrario di quanto lui auspica.
Giacomo Garzoli gioca le sue carte apertamente, affidandosi in parte anche ai Giovani Liberali Radicali. Laura Sadis, che come ci confermano le nostre fonti è tranquillizzata da un sondaggio eseguito internamente dal DFE, anche se probabilmente non potrà più contare sui molti voti socialisti ottenuti quattro anni or sono. Voti che miravano più a sconfiggere Marina Masoni che non a sostenere lei.
Ovviamente le correnti burrascose interne al PLRT si fanno sentire e se da una parte si spinge Sergio Morisoli, lamentando una disparità di trattamento – vedi apparizioni televisive – dall’altra si punta a sostenere Christian Vitta e questo rientra nel gioco delle parti, sempre che il gioco sia condotto in modo trasparente.

Una terza corrente vedrebbe certamente di buon occhio la perdita di un seggio del PLRT, anche per iniziare un vero cambiamento ai vertici del partito, che in questi anni, cifre alla mano, hanno accumulato perdite di consensi ad ogni tornata elettorale.
Un cambiamento dei generali occulti che da anni dettano la linea politica del partito, vuoi per l’esperienza, vuoi per il carisma, vuoi per i tanti anni di militanza e gli alleati conquistati.

C.S.