Il Comitato della Svizzera Italiana contro l’iniziativa armi è soddisfatto del voto.
Il comitato della Svizzera Italiana contro l’iniziativa sulle armi esprime soddisfazione per l’esito del voto di questa domenica. Ringrazia le cittadine e i cittadini di Ticino e Grigioni Italiano per il chiaro NO espresso sull’iniziativa dal subdolo nome “per la protezione della violenza perpetrata con le armi”. Un voto dettato dalla ragione e dal buon senso. Il voto contrario della Svizzera Italiana a quest’inutile iniziativa è sintomo di maturità democratica e radicati valori svizzeri quali la libertà, la fiducia, la responsabilità individuale e la sicurezza.
Il Popolo ticinese e grigione italiano ha ben compreso che in gioco c’era ben più del deposito dell’arma militare in arsenale. Le cittadine e i cittadini hanno riconosciuto che questa ingannevole iniziativa non avrebbe apportato maggiore sicurezza, ma unicamente maggiore burocrazia e una limitazione delle libertà. Il Popolo ha anche espresso fiducia all’esercito di milizia, obiettivo primario di questo attacco ai valori svizzeri.
La legislazione federale in materia di armi è già stata inasprita negli ultimi anni; il comitato si impegnerà anche in futuro a favore di una lotta all’abuso sulla base delle attuali e severe leggi in materia. Si invitano poi i singoli Cantoni a far meglio conoscere nella popolazione la severa ed efficace legislazione svizzera in materia di armi, in modo da avere un’adeguata informazione su questo delicato settore.
Il comitato è anche soddisfatto per essere riuscito ad esprimere un chiaro NO, anche contro parte dei media che erano palesemente schierati per il SI. Molti media, tra cui anche quelli pubblici, hanno offerto piattaforme acritiche per la campagna a sostegno dell’iniziativa; a questo proposito il comitato ha recentemente inoltrato un reclamo all’ombudsman RSI per una presunta lesione dei principi di oggettività e trasparenza durante una trasmissione di ReteUno in cui si è contrabbandata un evidente messaggio politico (“fucile militare all’arsenale”) per un testo in rima dialettale ad opera di un esponente del partito socialista ticinese. Altresì il comitato deplora anche l’uso se non strumentale almeno dubbio dell’inserzione di “Ticino7” sui quotidiani ticinesi di giovedì 10 febbraio, rappresentanti un’arma militare non assicurata e una divisa militare insanguinata e bucata presumibilmente da una pallottola.
Il comitato ringrazia tutti coloro che si sono messi a disposizione con contributi e scritti a favore della campagna contro l’iniziativa sulle armi. In particolare le donne che si sono schierate con coraggio contro l’iniziativa, sostenendo il comitato e scrivendo sui quotidiani.
Il comitato tiene a ringraziare per il sostegno la Federazione Ticinese delle Società di Tiro, la Società Ticinese degli Ufficiali, la Federazione dei Cacciatori Ticinesi, la Federazione per l’Acquicoltura e la Pesca, la Società Ticinese d’Artiglieria e i numerosi privati cittadini.
Per il comitato, i co-presidenti:
· Norman Gobbi, CN LEGA TI, coordinatore (079 621 70 44)
· Iris Canonica, già deputata GC TI
· dr. med. Ignazio Cassis, CN PLR TI
· avv. Fabio Regazzi, GC PPD TI e vicepresidente cacciatori ticinesi
· col SMG Martino Righetti, GC PPDC GR