Il portavoce dell’ex presidente pachistano ha annunciato che non intende considerare il mandato d’arresto emesso da un tribunale nei suoi confronti, nell’ambito dell’inchiesta dell’assassinio dell’ex premier del Pakistan Benazir Bhutto.
Benazir Bhutto, moglie dell’attuale presidente del Pakistan Asif Ali Zardari, era stata assassinata da un attentatore suicida il 27 dicembre 2008 a Rawalpindi, alla fine di un comizio elettorale per le elezioni legislative.
Musharraf è stato chiamato in causa dopo che due alti funzionari di polizia sospettati di non aver adeguatamente protetto la Bhutto avevano rivelato di aver rivisto il sistema di sicurezza intorno a lei su ordine di Musharraf.
Il rapporto della commissione d’inchiesta che indaga sull’assassinio afferma che Musharraf era a capo di una cospirazione allargata, di cui oltre a lui facevano parte i due ufficiali di polizia e i guerriglieri talebani.
A Musharraf che dal 2009 si trova a Londra, è stato ingiunto di presentarsi presso il tribunale anti-terrorismo di Rawalpindi il 19 febbraio. Questo decreto di comparizione potrebbe fargli cambiare idea sulla sua intenzione di rientrare in Pakistan a marzo per mettere le basi del suo nuovo partito politico, la All Pakistan Muslim League e candidarsi alle elezioni presidenziali previste nel 2013.
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