Via libera alle rinnovabili, sicurezza energetica cantonale e prezzi contenuti per famiglie e aziende!

Il controprogetto dettagliato (pdf)

Nel corso dell’odierna conferenza stampa, il PPD ha presentato nel dettaglio il controprogetto all’iniziativa popolare “Per un’AET senza carbone”, che sarà discusso il 21 febbraio prossimo nella sessione del Gran Consiglio. Qualora venisse approvato dalla maggioranza del Parlamento si confermerebbe il voto popolare verso maggio o giugno 2011.
Con questo controprogetto – scrive il PPD – beffeggiato all’inizio da più parti, non vuole cedere alle facili tentazioni dell’onda populista nuova e antica del rifiuto categorico al progetto di sfruttamento del carbone di Lünen.

Non lo fa per coerenza con il suo approccio serio alla politica energetica: il PPD crede nel rinnovabile come fonte energetica alternativa, ma purtroppo al momento non competitiva. Per questo il controprogetto permetterà il versamento di ben 110-160 milioni di franchi, sull’arco di 20 anni, per favorire lo sviluppo chiaro, sostenibile e duraturo dell’energia alternativa in Ticino.
La partecipazione di AET al progetto Lünen è quindi necessaria per perseguire una politica energetica indipendente e sicura, in attesa che le fonti di energia rinnovabili costituiscano una valida alternativa anche da profilo economico.

Non da ultimo, per la prima volta nella storia del Ticino, grazie ai proventi del progetto Lünen si dà un segnale chiaro nella direzione dell’energia rinnovabile, in sostituzione dell’energia fossile e nucleare, quest’ultima comunque utilizzata all’insaputa della maggioranza dei ticinesi nelle loro attività quotidiane.
Ora o mai più! Se non si agisce investendo come indicato nel controgetto all’iniziativa anticarbone è impensabile che entro il 2050 si riesca nell’intento di sostituire l’energia fossile con il rinnovabile, limitando nel contempo la dipendenza energetica dall’estero e il CO2.

Quella delle energie rinnovabili è una sfida ed un’esigenza energetica cantonale e nazionale, ma va affrontata proponendo un mix energetico che non può prescindere dal passaggio,
anche solo temporaneo, dall’energia derivata dal fossile.
Grazie al controprogetto si prepara il Cantone alla transizione verso l’energia rinnovabile, percorribile sin da subito solo se ci sarà la volontà politica. Il controprogetto, a differenza dell’iniziativa, impone ad AET di destinare fino a 160 milioni di franchi nei prossimi 20 anni agli investimenti nell’energia rinnovabile in Ticino, in modo da poter sostituire al più presto l’elettricità di origine fossile con quella del rinnovabile. Nel 2035, la fine delle prime concessioni idroelettriche delle acque della Maggia (OFIMA) alle società d’Oltralpe, provvederanno a fare il resto.

Investendo in questo comparto ca. 110-160 milioni, il Ticino ha l’obiettivo entro il 2035 del 90% di energia prodotta da rinnovabili (compreso l’idro), di cui il 10% composto di “nuovo” rinnovabile. Oggi siamo al 50% (compreso idro). In altre parole, l’investimento previsto dal controprogetto (110-160 milioni) genererà ca. 100 GWh, che è l’attuale capacità dell’impianto
del Lucendro.

Inoltre, sempre grazie al controprogetto, la crescita rapida delle fonti rinnovabili si accompagna allo sviluppo di nuove imprese che competono nel mercato nazionale e non solo dell’energia, con tecnologie innovative impensabili senza l’aiuto dei proventi del progetto Lünen. Non da ultimo genererà nuovi posti di lavoro altamente qualificati e consentirà ad AET di diventare un centro di competenza per le energie rinnovabili.
Il fondo cantonale in cui confluiranno i 160 milioni sarà gestito da AET, in collaborazione con Governo e Parlamento, a garanzia di una rigorosa politica di trasparenza nelle modalità di distribuzione dei finanziamenti.
Un’uscita prematura da Lünen, oltre a far perdere ad AET qualche decina di milioni di franchi, porterà ad un ammanco di 900 GWh/anno, pari a ca. 30% dell’attuale consumo di energia del Ticino, che costringerà AET ad attingere nuova energia sul mercato internazionale (verosimilmente di origine fossile o nucleare), a condizioni difficilmente influenzabili.

Dall’altra parte, il fatto che ad AET venga negata la partecipazione ad una centrale a carbone non costituisce una garanzia che qualche altra azienda sita in Ticino non lo faccia
al suo posto.
Grazie alla partecipazione nella centrale di Lünen, AET potrà continuare a fornire energia elettrica a un prezzo abbordabile a tutti i consumatori.

In conclusione:per il PPD la partecipazione nella centrale di Lünen è necessaria per evitare un aumento del costo della bolletta delle famiglie e aziende ticinesi, e nel contempo costringerà AET ad investire importanti risorse nella energie rinnovabili.