Esprimendosi al summit della Sicurezza di Monaco, in Germania, il Segretario generale della NATO Anders Fogh Rasmussen si è detto preoccupato dall’estendersi delle proteste popolari che dalla Tunisia si sono estese in Egitto e in Algeria e che hanno interessato anche Siria, Yemen e Giordania. Con Egitto, Tunisia, Algeria e Giordania la NATO ha contatti nell’ambito del Dialogo mediterraneo.
A detta di Rasmussen si tratta di rivolte che potrebbero sfociare in un nuovo ordine mondiale. Sicuramente un’eventuale, quanto sempre più probabile, partenza di Mubarak potrebbe avere un effetto negativo sul processo di pace fra Israele e Palestina. Vi è poi da considerare la possibilità che soprattutto dai paesi del Nord Africa possano arrivare in Europa nuove ondate di clandestini.
Il Segretario dell’Alleanza Atlantica ha lanciato un appello all’indirizzo dei paesi membri della NATO affinché adottino una politica appropriata, facendo valere i rapporti diplomatici esistenti per impedire ai governi dei paesi interessati dai disordini di usare la forza per reprimere le manifestazioni.
Voci non confermate parlano di un imminente ricovero di Hosni Mubarak in Germania, per una non meglio precisata serie di esami medici.
La situazione in Egitto, ben più complicata che non quella tunisina, verrà discussa in Qatar dal 14 al 16 febbraio, quando i paesi membri della Nato si incontreranno con i rappresentanti dei paesi arabi del Golfo.
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