Le squadre di emergenza affiancate da 4’000 militari si aprono la strada stamani nelle cittadine devastate dal ciclone Yasi, uno dei più violenti nella storia d’Australia, che la scorsa notte si è abbattuto con una forza pari a cinque sulla costa nordest del Queensland. Si tratta dell’intensità più alta sulla scala degli uragani, la stessa dell’uragano Katrina nel sud degli Stati Uniti nel 2005.
Diversi centri turistici di fronte alla grande barriera corallina hanno subito il pieno impatto dei venti che soffiavano a 285 km l’ora e che hanno distrutto edifici, divelto i tetti delle case e abbattuto alberi e linee elettriche. Non si hanno fortunatamente notizie di morti o feriti gravi, segno tangibile che la popolazione ha ascoltato gli appelli dell’autorità ed è rimasta chiusa all’interno di case e rifugi.
In uno dei centri di evacuazione nella località di Cairns è avvenuto un lieto evento, la nascita di una bambina. Il parto è stato assistito da una coppia di turisti inglesi, di professione ostetrica e medico.
Il ciclone ha raggiunto il continente verso la mezzanotte locale (le 15.00 di ieri in Svizzera) lungo centinaia di chilometri di costa e oggi si è diretto verso l’interno, perdendo di intensità (scesa a categoria 2), ma portando con sè piogge torrenziali in zone agricole o minerarie, già saturate dalle inondazioni delle recenti settimane.
Il primo ministro dello Stato del Queensland Anna Bligh ha osservato con sollievo che ad alcune delle città, tra cui Cairns (circa 170’000 abitanti), sono stati risparmiati i danni più gravi.
“Sono consapevole che molte comunità affrontano oggi scene di grande devastazione – ha aggiunto – Molte persone vivranno un profondo senso di disperazione. Posso assicurare che le autorità assisteranno tutti coloro che avranno bisogno di aiuto.”
Le immagini del disastro
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