Diciamolo almeno una volta: le vicende legate all’Azienda Elettrica Ticinese ci hanno rotto gli zebedei. Per usare un eufemismo. Libri, interviste, dichiarazioni, dimissioni, tutto quanto ogni giorno nell’occhio del ciclone dei media e dei politici, che non vedono gli altri problemi del Ticino, ben più gravi e che sembra non interessino a nessuno.
Non se ne può più di continue prese di posizione, di critiche e difese, di attacchi a questo e a quello. Insomma basta! e si guardi avanti una volta per tutte. Il colmo dei colmi è che si continua a criticare un’azienda, l’AET, che negli ultimi dieci anni ha versato fior di milioni nelle casse del Cantone, coprendo – ad esempio – tutti i milioni fagocitati dall’Ente Turistico Ticinese, che spiace dirlo non ha mai cavato un ragno dal buco.
Mentre il turismo ticinese va a rotoli e i suoi vertici si affannano a ribadire che non è colpa loro, nel bene e nel male AET dà lavoro a centinaia di persone e consegue utili milionari a favore di tutti i residenti in Ticino.
Eppure da ogni angolo spuntano specialisti in materia per dire che loro “certe scelte non le avrebbero fatte”, senza per altro spiegare cosa avrebbero fatto in un mercato libero dove la concorrenza mica sta a guardare e magari ti dice anche di accomodarti per primo.
Senza i mercati esteri probabilmente oggi AET arrancherebbe solamente sul mercato ticinese, dove la produzione di energia non permette certamente grandi incrementi e dove a suo tempo avevamo svenduto i diritti dei canoni d’acqua, lasciando ad altri tutti i proventi.
Quello che capita oggi ad AET é il pegno che ogni azienda legata allo Stato si trova a dover affrontare: decine e decine di “specialisti” senza nessuna ricetta alternativa, pronti a criticare ogni minima scelta. Fra poco, scommettiamo? all’azienda si chiederà conto anche di quanto spende in materiale di stampa, in fax e telefono.
Invece i milioni fagocitati da Ticino Turismo non spaventano nessuno, anzi se possibile li si vorrebbe aumentare. Ha probabilmente ragione il giornalista Elio Bollag quando afferma che il castello dell’ETT va ridimensionato. Un ridimensionamento che però non accadrà mai, perché i politici temono gli strali che pioverebbero sulle loro teste. E’ dunque meglio continuare a bastonare l’AET.
C.S.