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AET.La posizione del Consiglio di Stato

Nel corso dell’odierna seduta il Consiglio di Stato ha discusso dell’intervista rilasciata domenica dalla Consigliera di Stato Laura Sadis a Ticinonews sull’AET, e questo con lo scopo di chiarire la portata di alcune considerazioni che hanno nel frattempo prestato il fianco per commenti differenziati sui mezzi di comunicazione ticinesi.

Al di là di apprezzamenti e valutazioni personali che possono legittimamente sussistere
anche all’interno del Consiglio di Stato con riferimento a vicende come quelle che hanno
caratterizzato la storia recente dell’AET, il Governo tiene in primo luogo a ribadire
sostegno alle attività che stanno svolgendo gli attuali organismi dirigenti dell’azienda, e
segnatamente la direzione e il Consiglio di Amministrazione.
E’ utile ricordare, come peraltro espresso anche dalla Consigliera di Stato Laura Sadis nella sua intervista, che l’attuale Consiglio di Amministrazione di fatto è stato quasi integralmente rinnovato in
tempi recenti e ha saputo dare all’Azienda, unitamente alla nuova direzione, le
procedure e gli strumenti necessari per una gestione moderna e trasparente
dell’impresa.

Il Consiglio di Stato ribadisce anche il proprio sostegno politico all’investimento per la
realizzazione di una centrale a carbone in Germania, continuando a considerare il
progetto un elemento importante per assicurare al Cantone, mediante l’AET, un
approvvigionamento economico e sicuro in energia elettrica.

La discussione ha pure permesso di stemperare il giudizio politico negativo che
l’intervista può aver lasciato emergere in relazione alle responsabilità personali e
collegiali degli attuali membri del Consiglio di Stato inerenti a investimenti problematici
effettuati dall’AET nel passato.

Redazione-cro

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  • Un comunicato redatto dai tre Consiglieri si Stato uscenti dal momento che Borradori era nel CdA di AET 1997-2005 ed è da considerarsi parte in causa. Tutto da decodificare. Sta di fatto che la Lega ne esce ancora una volta alla grande checché ne scriva oggi il Bertagni su LaRegione. La collegialità e la percorrenza di vie condivise a tre mesi dal rinnovo delle cariche possono andare a farsi fottere sostituendole con un più comodo "coraggio politico".

    Troppo facile amico, amava ripetere il compianto Giuseppe Buffi.

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