L’attuale e la prossima generazione del nostro Paese hanno bisogno di certezze. Ad esempio che la scuola continui ad essere al top, accessibile a tutti e a una sola velocità. Dopo diversi anni trascorsi in Inghilterra, un mio collega decise di rientrare con la moglie e con i figli. “Se fossi restato là – mi dice – avrei avuto la scelta di inviare i miei figli alle scuole pubbliche molto mediocri, oppure di spendere una cifra elevata per inviarli in scuole elitarie private che gli avrebbero garantito un buon livello di preparazione e migliori prospettive per il loro futuro. Una società, quella inglese, a due velocità, che si riscontra anche nel settore della sanità.”
La scuola publica nel Cantone Ticino fu plebiscitata quasi dieci anni fa (il 18 febbraio 2001), quando il 74% circa dei votanti ribadì l’importanza e la centralità di questa nostra istituzione. La scuola pubblica dev’essere mantenuta forte, accessibile ed aperta a tutti. Va rafforzata con mezzi finanziari ai tre livelli (Cantone soprattutto, Comuni e Confederazione) e con professionisti della scuola (cioè docenti) sempre più preparati e valorizzati, il cui contributo è fondamentale. Va anche consolidata e rafforzata nel quadro generale della riforma Harmos che armonizza il sistema scolastico svizzero dell’obbligo, per assicurare a tutti i residenti le stesse possibilità formative. Questa riforma deve però essere applicata al nostro Cantone tenendo conto delle sue specificità, senza snaturare l’attuale percorso scolastico obbligatorio.
La scuola pubblica richiede ovviamente uno sforzo finanziario non indifferente, che non può e non deve dipendere dal ciclo economico o da altri avvenimenti sfavorevoli per le casse dello Stato. Si tratta di un investimento di natura intergenerazionale al quale nessuno Stato moderno può sottrarsi. Ne andrebbe del futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti, oltre che di quello delle istituzioni che sono basate sulla solidarietà intergenerazionale. Vi è inoltre un legame ben preciso tra investimento nell’istruzione, benessere e crescita economica.
Il futuro della nostra società è così importante e bisognoso di certezze che lo Stato non esita a investire dai 20’000 ai 30’000 franchi annui per allievo nelle scuole dell’obbligo e cifre ancora più rilevanti per le scuole professionali e superiori. Ma è un investimento ben fatto. Ben lo sa il mio collega tornato dall’Inghilterra con quattro figli in età scolastica che mi diceva “pago le imposte che lo Stato svizzero mi chiede e come contropartita ho quasi centomila franchi annui di educazione al top per i miei figli. Cosa che non mi era certo garantita in Inghilterra”. Dobbiamo davvero renderci conto ogni giorno, soprattutto come genitori, di questo rilevante e costoso servizio che lo Stato dà a tutti i nostri figli.
Christian Vitta
Capogruppo PLRT in Gran Consiglio
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