Nei giorni scorsi è stato reso noto l’arresto in dogana, avvenuto ad inizio dicembre, di un 35enne rumeno. Sull’uomo pendeva, stando a quanto reso noto, un ordine di arresto ed estradizione spiccato nel 2006 dell’Interpol.
A sconcertare è il fatto che il cittadino rumeno arrestato era regolarmente domiciliato in Italia, dove per 4 anni nessuno ha dato seguito al mandato di cattura dell’Interpol.
Questa informazione, se confermata, deve preoccupare, dimostrando da un lato come nella vicina Penisola le disposizioni internazionali non vengano necessariamente applicate e dall’altro come, anche a seguito di ciò, la sicurezza in Svizzera appaia sempre meno garantita.
Chiedo pertanto al lod. Consiglio di Stato:
– corrisponde al vero che il 35enne rumeno di cui sopra, arrestato in dogana ad inizio dicembre, era regolarmente domiciliato in Italia malgrado l’ ordine di arresto ed estradizione spiccato nel 2006 dall’Interpol?
– Sono noti altri precedenti analoghi?
– Se ne deve dedurre che nella vicina Penisola i mandati Interpol rimangono lettera morta?
– Quali le conseguenze da trarre nell’ ottica della sicurezza transfrontaliera?
Con la massima stima
Lorenzo Quadri Lega dei Ticinesi
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Caro Quadri che dire? Ci hanno propinato o meglio confezionato i bilaterali con l'accordo di Dublino che consente alla Svizzera di partecipare alla cooperazione europea nei settori della sicurezza e dell'asilo. Una banca dati alla quale non si doveva e poteva fare a meno. A volte serve segnalare queste preoccupazioni visto che il nostro vicino si chiama Italia. Devo però ricordare che grazie a Facebook ci si è accorti che in Ticino viveva un signor delinquente vicino alla 'ndrangeta. Qualcosa possiamo e dobbiamo fare anche noi sia a livello politico, ma soprattutto a livello amministrativo nella speranza che di storie alla Alvaro Lojacomo Baragiola non abbiano più a ripetersi.