Il fisco tedesco ha recuperato quest’anno 1.6 miliardi di euro dai cittadini che hanno evaso le tasse, grazie principalmente alle informazioni bancarie acquisite da un collaboratore dei servizi segreti, che nel 2008 aveva rubato questi dati e li aveva venduti al governo tedesco per 5 milioni di euro. Si trattava di un elenco di nominativi di persone titolari di rapporti bancari nel Liechtenstein, grazie al quale con l’accusa di frode fiscale era anche stato arrestato l’ex presidente delle Poste tedesche, Klaus Zumwinkel.
Secondo quanto riporta oggi la stampa tedesca, nel corso del 2011 oltre ai capitali già recuperati gli investigatori potrebbero riuscire a rintracciare altri 200 milioni di euro. Il recupero si iscrive in quella che per Berlino è diventata una vera e propria crociata contro l’evasione fiscale, non solo per quanto riguarda il Liechtenstein ma anche contro la Svizzera. Nel 2009 il governo tedesco aveva infatti ottenuto, anche in quel caso a pagamento, delle liste di cittadini germanici detentori di conti in banche svizzere non dichiarati al fisco.
La pratica dell’acquisto di questi elenchi è stata approvata dalla Corte costituzionale della Germania, che alla fine di novembre – giudicando prioritaria la necessità di combattere l’evasione fiscale – si era pronunciata a favore del loro utilizzo.
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E pensare che con un semplice accordo "Rubik" incasserebbero di più, non avrebbero i costi degli "investigatori" e i costi amministrativi sarebbero tutti a carico delle banche (svizzere). Per buona pace di tutti. Se un Obama a distanza di due anni "incassa" sgravi fiscali per i ricchi non dovrebbe essere poi così difficile far passare questo messaggio. SVEGLIA! Politici svizzeri AGIRE con convinzione.