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Democrazia italiana? Viva i diritti popolari svizzeri.

Seguire gli avvenimenti politici che si susseguono nella vicina penisola porta inevitabilmente a paragoni con la nostra democrazia diretta.
Vero é che lamentele, malcontento e proteste fioriscono anche alle nostre latitudini, in vista poi delle imminenti scadenze elettorali sembrano accentuarsi, dilatarsi e come i tam tam della giungla le casse mediatiche le trasportano ovunque, sovente amplificandole. Ma evviva la democrazia svizzera e – lasciatemelo dire – evviva anche i nostri politici, indipendentemente dallo schieramento o dall’idea che rappresentano.
Auguriamoci che mai prendano esempio dai professionisti della politica italiana, anche se sovente vi fanno riferimento nel citare questo o quel personaggio.
Ai politici italiani sinceramente preferisco di gran lunga i nostri, con i loro pregi e difetti, che nella stragrande maggioranza fanno una politica di milizia basata su personali convinzioni e ideali.
Si può fare meglio? Certo, in ogni caso si può sempre fare meglio, la storia dell’uomo è costellata da progressi e miglioramenti. Da noi si discute, a volte si litiga a parole, si movimenta qualche corteo dove bandiere e discorsi la fanno da padrone e si cercano compromessi. Assistere in questi giorni al barcollio del governo Berlusconi, che piaccia o no eletto dal popolo, assistere ai tentativi legittimati dalla Costituzione italiana di far crollare Berlusconi e il suo staff mi fa apprezzare ancora maggiormente la nostra stabilità politica.

Inimmaginabile per noi (e anche irrealizzabile per fortuna) licenziare un esecutivo o un legislativo senza l’avvallo del popolo. Immaginare che una forza politica qualsiasi, uscita sconfitta dalle elezioni possa dopo due anni tramare dietro le quinte per rispedire a casa un politico che non gli conviene, chiedendo per giunta di evitare le elezioni anticipate.
Il popolo sa meglio dei politici cosa scegliere e paga direttamente le cause delle proprie scelte. E’ giusto che sia il popolo sovrano ad avere l’ultima parola.

Il futuro passa dai giovani ma auguriamoci non siano gli stessi che ieri hanno messo a ferro e fuoco Roma e molte altre città italiane. Per gli sconfitti la democrazia è un fardello pesante da portare, ma la democrazia medesima ci consegna gli strumenti politici per cambiare. Ben vengano i cortei ma che siano corredati da canti, slogan e rivendicazioni civili e non da bombe molotov, da lanci di pietre e da una violenza gratuita e distruttiva per la libertà dell’uomo.

Candido S.

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  • La fortuna dei politici svizzeri è che nel nostro Paese v'è una cultura civica e democratica che tradizionalmente supporta il "regime proporzionale". Aggiungo poi che sono a capo di amministrazioni (federali-cantonali e comunali/cittadine) che si possono definire ricche su un territorio ancora controllabile ed autonomamente gestito ed ecco che la stratificazione dei poteri porta a valutare le pecche della politica con minor impatto. L'Italia come la UE ha un potere centrale incontrollato da 150'anni, una classe politica professionista che evidentemente ha privilegiato maggiormente gli interessi "amici" piuttosto degli interessi del Paese. Dalle nostre parti ciò succede, ma in minima parte.

    Finché abbiamo la pancia piena tutti quanti...

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